Attualità lunedì 01 giugno 2015 ore 13:40
Un anno dalla morte di Sandra Fillini
L'associazione contro la violenza sulle donne 'Le amiche di Mafalda' parla apertamente di femminicidio
CASTELNUOVO VAL DI CECINA — Era il pomeriggio del primo giugno di un anno fa. Una notizia sconvolse l'intera Valdicecina: la dottoressa della Usl 5 Sandra Fillini era stata uccisa a coltellate nella sua abitazione a Castelnuovo Val di Cecina.
In un primo momento il marito Roberto Barbieri confessa a caldo l'omicidio, poi si chiude nel silenzio. Ora è in attesa del processo.
Ad un anno
dalla morte di Sandra parla l'associazione “Le amiche di Mafalda” centro antiviolenza che opera in Val di Cecina. "La tragedia ha
turbato profondamente la nostra comunità - spiegano - questi sono fatti che
non sono nuovi alla cronaca nazionale ed internazionale, ma quando
accadono alla porta accanto alla nostra, e coinvolgono persone che
conosciamo ed incrociamo quotidianamente nelle strade di paese, hanno
una portata emotiva ancora più dirompente".
"La nostra Associazione - proseguono - ha da subito espresso la sua posizione sull'omicidio di
Sandra definendolo un femminicidio , termine non semplice e
poco accettato da grande parte delle persone perchè ritenuto troppo
ideologico e di parte". "Le operatrici, le
volontarie dei centri antiviolenza, degli sportelli di ascolto per
donne maltrattate, si impegnano costantemente affinchè il termine
sia utilizzato per identificare,
categorizzare e dare un peso sociale alle uccisioni delle donne - aggiungono ma che
cosa si intende per femminicidio?"
"E'
l' uccisione di una donna, da parte di un uomo, che come le cronache
nazionali raccontano ininterrottamente, è spesso il marito o l'ex, il compagno o l'ex, il fidanzato o l'ex che non accettano la scelta delle donne
di essere sè stesse, e non quello che i loro partner, gli uomini o
la società vorrebbero che fossero - illustrano - non esiste scusa, discolpa,
analisi circostanziale che possa giustificare un atto del genere". "Una
donna è stata uccisa, non è per un errore o una mancanza di questa
che l’omicidio si è verificato, perché non esiste nessuna colpa
che possa rendere accettabile una morte cruenta di questo tipo - scrivono ancora Le amiche di Mafalda - E'
necessario, quindi, fare una riflessione critica su questi eventi perchè esiste anche una responsabilità da parte della società
di ciò che si poteva fare per prevenire, di come si poteva
arginare la violenza estrema dell'uomo e aiutare la donna".
"Il nostro pensiero oggi va a Sandra - concludono - e a tutte le donne che come lei sono state uccise da un uomini che diceva di amarle".
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