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Attualità giovedì 02 aprile 2015 ore 15:39

Una scoperta che ridisegna le origini della città

E' stata ritrovato un sepolcro pre-etrusco in località Ortino, dove dovrebbe sorgere il nuovo asilo nido: una tomba entro dolio, di epoca villanoviana



VOLTERRA — "Una scoperta notevolissima che apre nuovi scenari sulle testimonianze pre-etrusche a Volterra". Così il sindaco Marco Buselli  commenta il ritrovamento di una tomba entro dolio di epoca villanoviana che è tornata alla luce in località Ortino. La scoperta è avvenuta sul terreno in vista dell’edificazione dell'asilo nido, durante le indagini archeologiche preventive finanziate dal Comune di Volterra.  "Ci auguriamo che i ritrovamenti - spiega Buselli - possano convivere facilmente con la costruzione del nuovo asilo, che la città aspetta da anni".
Ritrovamenti di epoca villanoviana erano avvenuto anche in via Lungo le Mura, in seguito al crollo delle mura medievali. Tutte scoperte che testimoniano i resti della civiltà pre-etrusca, elementi importanti che permetterebbero di ri-sagomare il perimetro dell'abitato di Volterra e le sue origini dell'epoca villanoviana.

La tomba è un grande contenitore del diametro di oltre 80 centimetri e un’altezza presumibile di oltre un metro. Il vaso, con l’eccezione della parte sommitale, ovvero della bocca, intaccata probabilmente dai lavori agricoli, appare in buone condizioni di conservazione. Era stato inserito entro una ampia fossa circolare e calzato con ben tre filari di pietre disposte a raggiera alternate a strati di sabbia. Nel cantiere è stato iniziato lo scavo anche dell’interno del contenitore, ma si è subito accertato che parte della copertura di sassi era tracollata all’interno già in passato. Dai frammenti del corredo che è stato possibile recuperare in cantiere pare lecito supporre di trovarsi dinnanzi ad una sepoltura di epoca villanoviana.

Nella giornata di lunedì 30 marzo, a causa delle precarie condizioni di conservazione del corredo contenuto nel vaso, amministrazione comunale e Soprintendenza hanno deciso di rimuovere il vaso e trasportare la sepoltura al laboratorio di restauro della Soprintendenza Archeologia della Toscana, dove sarà possibile procedere alle necessarie analisi, allo scavo ed al restauro del corredo e del dolio. 

Lo scavo e le operazioni di distacco, eseguite sotto la direzione scientifica della soprintendente Elena Sorge e del restauratore Stefano Sarri della Soprintendenza Archeologia della Toscana, sono stati eseguiti da Giacomo Baldini, Valeria d’Aquino e Emanuele Mariotti, e dalla restauratrice Cecilia Gabellieri.


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