Cultura lunedì 03 aprile 2017 ore 06:30
Gli etruschi e l’interpretazione del fumo

Tra le arti divinatorie dei Rasenna anche la libanomanzia, ossia la decifrazione dei messaggi degli dei trasmessi attraverso gli incensi bruciati
VOLTERRA — Aruspici, àuguri e fulgatores. La cultura e la religiosità etrusca si è sempre basata su pratiche divinatorie e rituali magico-esoterici. Che si trattasse di esaminare le viscere degli animali, di interpretare la rotta del volo degli uccelli o la direzione dei fulmini, i Rasenna carpivano e traducevano gli “inequivocabili” messaggi provenienti dalla sfera celeste. Ma le loro abilità profetiche ed esegetiche non si limitarono a questi ambiti devozionali. Erano, infatti, in grado di cogliere i voleri divini dall’analisi del movimento e delle volute del fumo prodotto dall’incenso bruciato in onore degli dei. Quest’arte, chiamata libanomanzia, affonda le sue radici nella cultura babilonese, ma fu ripresa e fatta propria da numerose civiltà. Il fumo e il pro-fumo sono, infatti, ancora oggi, ricorrenti in moltissime liturgie e riti religiosi.
Viola Luti
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