Cultura lunedì 15 maggio 2017 ore 18:00
Il cenacolo che osserva da secoli la città

Non tutti lo sanno, ma dal 1597 l’Accademia dei Sepolti promuove iniziative culturali, studi e ricerche sulla storia e sulle tradizioni di Volterra
VOLTERRA — Come nelle più importanti città italiane, Volterra ha un cenacolo nato per approfondire e conservare la conoscenza non soltanto storica, ma anche filosofica e culturale del luogo.
Fondata il 17 marzo 1597 da quattro giovani volterrani, l’Accademia dei Sepolti è centrale nella vita creativa e intellettuale dell’antica Velathri.
L’impostazione, voluta dai suoi fondatori, non è quella localistica e propria degli eruditi provinciali, ma è legata alla convinzione che ogni realtà è parte integrante del cammino degli uomini e contribuisce alla loro evoluzione. Il respiro degli studi, infatti, non dipende dalle dimensioni urbane o dalla loro centralità, ma dal modo in cui gli avvenimenti vengono osservati e raccontati.
Il nome Sepolti e il motto “Operantur Sepulti” sottolineano, così, la volontà dei soci di sottrarsi alla mondanità e alla superficialità dell’esistere, scegliendo l’isolamento e la concentrazione pensosa al fine di non disturbare la serenità degli studi e della meditazione. A rafforzare l’intento operoso e il carattere elitario anche la scelta dello stemma raffigurante dei bachi da seta che, chiusi nel loro bozzolo, saranno destinati a diventare le “angeliche farfalle” dantesche.
Nel corso dei secoli, hanno fatto parte dell’istituzione letteraria, protetta da santa Attinea e santa Greciniana, alcuni tra i massimi studiosi e artisti italiani tra cui: Metastasio, Vieusseux, Manzoni, Carducci e D’Annunzio.
Viola Luti
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