Lungo il fiume si aggira il fantasma del poeta

Un'altra presenza misteriosa che anima i dintorni di Volterra, è quella del vate greco Michele Marullo Tarcaniota, morto guadando il Cecina a cavallo

VOLTERRA — Si dice che Volterra sia terra di fantasmi e leggende e, in effetti, le storie cittadine confermano questa credenza. Tra i numerosi racconti ce n’è uno che coinvolge Michele Marullo Tarcaniota, soldato di ventura e raffinato poeta, amico degli umanisti Sannazzaro e Pontano ma nemico, per rivalità amorosa, del Poliziano. L’avventuriero sarebbe morto, come ricorda Franco Porretti, tentando di attraversare il fiume Cecina a cavallo, in una notte di tempesta (era il 14 aprile del 1500), per onorare un appuntamento galante. Il casto e colto Raffaello Maffei, di cui era ospite a Volterra, lo avrebbe sconsigliato di avventurarsi in giro, non solo per il clima avverso, ma anche per il motivo della sua partenza, da lui prontamente intuito e disapprovato.

A distanza di oltre cinque secoli, la presenza del poeta greco torna a palesarsi. Sembra, infatti, che, in certe ore e in certi periodi dell’anno, scendendo verso il fiume Cecina, si avvertano lo scalpitio e i nitriti del cavallo. Se poi, si è particolarmente versati all’esoterico, è possibile intravedere il cavaliere avvolto in una lunga cappa nera. Esattamente come Sandro Botticelli lo aveva immortalato: abiti scuri, lo sguardo pensoso, il volto scolpito e illuminato, reso ancor più misterioso dalle vesti cupe.

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