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Il rapper Salmo libera in mare l'aragosta ordinata al ristorante: «Mi ha guardato negli occhi e non sono riuscito a mangiarla»
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Cultura venerdì 10 febbraio 2017 ore 12:00
Alla frutta volterrana serve disciplina
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Nel 1932, un corso di frutticoltura, organizzato in città, insegnò come ordinare e valorizzare i preziosi prodotti dei campi
VOLTERRA — Ordine e organizzazione. Per poter coltivare un terreno non bastano i rudimenti contadini, ma occorre una vera e propria tecnica. Competenze teoriche e pratiche che, applicate con metodo permettono, in senso letterale, di raccoglierne i frutti. Lo scoprirono, negli anni ’30, i coltivatori volterrani che, per porre fine ai cattivi raccolti, organizzarono un corso di frutticoltura. Nei loro campi regnava, infatti, un’anarchia vegetale che, in modo caotico e casuale, alternava piante di qualità/genere/specie diverse. La produzione, scarsa e danneggiata da insetti, non poteva competere con quella dei paesi vicini.
Così, gli agricoltori del Colle, per far fruttare i loro orti, corsero ai ripari tornando sui banchi di scuola.
Viola Luti
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