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Attualità martedì 08 novembre 2016 ore 16:52

Aida, Fatuma, Belay dal rifiuto all'accoglienza

Sono 39 i cittadini di nove associazioni che si adoperano per il comitato Accoglienza solidale, nato a settembre e che si è presentato nell'ex cinema



CASTELNUOVO VDC — Sabato 5 novembre nei locali dell’ex-cinema si è svolta una manifestazione civica, il Comitato per l’Accoglienza solidale nato a Castelnuovo il 20 settembre, costituito da trentanove volontari e nove associazioni, si è presentato ai suoi concittadini. Un pubblico attento di una sessantina di persone ha ascoltato, fatto domande ed esposto riflessioni.

Presenti al tavolo la coordinatrice Roberta Vichi che ha condotto la manifestazione e moderato gli interventi, Monia Neri rappresentante del Consiglio Pastorale e Massimo Ciampi, governatore della Misericordia. Altri componenti che sono intervenuti per rispondere alle domande del pubblico: Katia Taddei presidente Unicoop Valdicecina-Valdera, Emanuele Torellini e Linda Pierattini consiglieri comunali di minoranza e infine sono stati invitati a rispondere a domande specifiche sul percorso di integrazione dei profughi Chiara Molinari e Sandro Bruchi dell’associazione Welcome in Valdicecina.

"La serata - hanno spiegato dal Comitato -  è iniziata con un video nel quale un giovane etiope narrava la sua storia di profugo. Una storia che si ripete più o meno con le stesse modalità per tutti coloro, adulti e bambini, che si trovano a fuggire dai loro paesi. Lo stesso racconto potrebbero farcelo Aida, Fatuma e Belay le tre ragazze giunte a Castelnuovo dall’Etiopia, dopo aver attraversato il Sudan e la Libia e quindi per gran parte il deserto del Sahara, in condizioni assolutamente disumane, insieme ad altre centinaia di disperati che fuggono dalla povertà e si ritrovano dopo aver subito violenze di ogni tipo su barconi fatiscenti che solo con grande fortuna riescono a raggiungere le coste italiane. Quelle tre ragazze giunte al paese con tre minuscoli zainetti e lo spavento ancora negli occhi sono state il motivo principe della costituzione del Comitato che nasce appunto da un’urgenza, quella di far fronte alle loro necessità".

Come è stato riferito durante la manifestazione "le ragazze sono giunte al paese tramite la Croce Rossa, inviate con un provvedimento d’urgenza dal prefetto di Pisa, in pieno conflitto con l’amministrazione di Castelnuovo che si è sempre ostinata a rifiutare i profughi per ragioni legate all’alto numero di extracomunitari presenti sul suo territorio"

"Di quella vicenda - hanno spiegato gli esponenti del comitato - i concittadini ebbero notizia attraverso i social, il sindaco infatti volle rendere pubblica la sua posizione attaccando la prefettura che aveva inviato le donne con un provvedimento considerato illegittimo, il prefetto rispose esponendo le proprie ragioni in un lettera inviata alla stampa nella quale mostrava come Castelnuovo si fosse sempre disinteressato ai profughi, guadagnandosi la definizione di comunità ad accoglienza zero"

"Tra queste posizioni contrastanti - hanno precisato dal Comitato - c’erano tre ragazze traumatizzate dal viaggio e bisognose di tutto. Il Comune ha fornito loro cibo e un appartamento di cui dispone, utilizzato altre volte per ragioni di necessità, ma questo non si poteva considerare sufficiente, perché un essere umano non si limita a mangiare e ad aver bisogno di un letto per dormire. Vi è infatti un protocollo per l’accoglienza stabilito dal governo e finanziato dalla Comunità Europea che prevede l’affidamento dei profughi ad enti o associazioni in grado di applicarlo".

"Il Comitato è nato così, spontaneamente - hanno spiegato da Castelnuovo - tra persone che non si sentivano rappresentate da un Comune ad accoglienza zero e che hanno immediatamente provveduto a procurare vestiario e tutto quanto era necessario per migliorare le condizioni di vita di quelle ragazze, compresa una presenza quotidiana, indispensabile per dar loro sicurezza e speranza. La funzione di pungolo che il Comitato ha avuto nei confronti dell’amministrazione è stata illustrata a più riprese, c’era infatti la necessità di non perdere altro tempo e di affidare le ragazze ad un’associazione in grado di poter gestire il loro complesso percorso verso un riconoscimento di richiedenti asilo. A questo proposito è stata suggerita un’associazione già presente in Valdicecina: Welcome, che si occupa di profughi dal 2007 e finalmente, dopo un mese di tentennamenti, è stata firmata la convenzione con questa associazione"

L'accoglienza è proseguita e alcune cose sono cambiate: "Oggi - hanno spiegato - due delle ragazze si sono allontanate dal paese, manifestando dall’inizio la volontà di voler raggiungere il nord Europa per ricongiungersi con i familiari ed hanno preso il loro posto Jennifer e Happy, due ragazze nigeriane già in affido a Welcome".

"L’impegno del Comitato continua - hanno concluso i responsabili - a fianco di queste ragazze in supporto all’associazione Welcome che per espletare il suo compito si avvale della mediatrice culturale Benedetta Antonelli di Castelnuovo. La serata si è conclusa con l’appello ad unirsi ai volontari che in molti hanno accolto con favore, comprendendo come una distribuzione misurata di profughi sul territorio non solo non genera alcuna difficoltà alla comunità accogliente, ma al contrario può dare molto in termini di condivisione e solidarietà".


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