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Cultura sabato 07 gennaio 2017 ore 06:30

Le nozze in Etruria

Il sarcofago dei Tetnies di Vulci

Gli abiti, gli invitati e i gesti raffigurati nella scena di un matrimonio etrusco sembrano anticipare le cerimonie moderne



VOLTERRA — Un abito lungo e pieghettato per lei e una tunica dalle spalle alle gambe ma che lascia scoperto il busto di lui. Nessun bouquet in mano alla sposa ma un bastone, simbolo dell’elevata condizione sociale, in quelle del marito. Questa è la scena nuziale raffigurata sul sarcofago dei Tetnies del 370 a.C.. Il reperto, rinvenuto a Vulci e attualmente esposto al Museum of Fine Art di Boston, riproduce, in modo dettagliato e coreografico, un matrimonio in perfetto stile etrusco.

La posizione centrale e ravvicinata dei due coniugi è affiancata simmetricamente da quattro accompagnatori su ciascun lato, posti, però, a distanza l’uno dall’altro.

Il corteo di musici e parenti, suonatori di fluato, lira e corno ricurvo, giovani uomini e ragazze che portano oggetti simbolici: una piccola brocca, un vaso, un ventaglio, un bastone con appesa una lanterna, un fascio littorio, una ghirlanda, una sedia pieghevole e una pergamena.

Presso i Rasenna, il rito, che veniva compiuto in giovane età, era di carattere religioso e vedeva la partecipazione delle famiglie degli sposi. Il futuro marito si recava, accompagnato da parenti e musicisti, alla casa dell’amata dove veniva celebrato un sacrificio davanti all’altare degli antenati.

Non sappiamo se durante le celebrazioni venissero pronunciate formule come il cattolico “Sì lo voglio”, ma la mano destra dello sposo che tiene il polso dell’amata e il braccio sinistro della donna che cinge le spalle del coniuge, esprimono attraverso le immagini un legame sentimentale e affettivo indissolubile. Con gli sguardi rivolti uno verso l’altro sembrano sancire un’unione in grado di sopravvivere all’esistenza terrena.

Nell’antica civiltà, la vita matrimoniale prevedeva uguali diritti all’interno della coppia. Nessuna forma di subalternità e di sottomissione femminile, come nelle culture greca e romana. La donna etrusca, infatti, manteneva una propria indipendenza e autonomia, conciliando il ruolo di moglie, madre e conservando la propria identità.

Nonostante lo scorrere dei secoli, il rito degli sponsali sembra mantenere inalterate alcune caratteristiche dall’eleganza degli abiti, alla solennità della cerimonia, alla condivisione con amici e parenti della gioia dell’evento. 

Viola Luti
© Riproduzione riservata


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