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Attualità sabato 29 ottobre 2016 ore 09:15

La città dei due papi

In base alle documentazioni storiche il colle etrusco avrebbe dato i natali a due pontefici. Uno fu successore di Pietro e primo papa europeo



VOLTERRA — Volterra può vantare un primato che poche città hanno: essere il luogo natio di due pontefici. Da documenti e testimonianze scritte sembra, infatti, che sia Papa Lino sia Papa Leone I siano originari proprio di questa zona.

Evento, però, non strano se si considera l’importanza che la città ha avuto sul piano storico, l’antichità della sua adesione alle idee del cristianesimo e la cultura delle sue classi sociali dominanti, aperte al nuovo. Di questo primato non si sono mai dimenticati i volterrani, sia per il suo significato religioso, sia per l’importanza relativa all’identità cittadina.

Oltre a essere le massime autorità religiose della cristianità, i due volterrani ricoprirono un ruolo di primo piano nella storia della Chiesa. Lino fu, infatti, il primo successore di Pietro, quindi, il secondo vescovo di Roma e fu, inoltre, il primo papa europeo. A lui si devono, fra le altre cose, l’introduzione dell’uso del velo per le donne per accedere in chiesa e la tradizione del pallio, simbolo dell’autorità papale.

Invece, Leone I, conosciuto anche come Leone Magno (vissuto nel IV-V secolo), fu il quarantacinquesimo Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, ricordato come uno tra i più significativi e importanti dell'antichità cristiana. Infatti, riuscì a guidare la chiesa romana in un periodo di difficoltà: la caduta dell'Impero romano d'Occidente che aveva arrestato la diffusione della religione e i territori dell’Oriente che erano attraversati da forti controversie dogmatiche.

La leggenda vuole che sia stato proprio lui a incontrare, nei pressi di Mantova, Attila, il terribile capo degli Unni, e a convincerlo a non distruggere Roma e ad avviare negoziati di pace con l’imperatore. Sembra anche che, tre anni dopo, sia riuscito a ottenere, da Genserico, capo dei Vandali, che venisse impedita la strage degli abitanti della città eterna e che fossero risparmiate dal saccheggio le tre basiliche maggiori della futura capitale d’Italia.

La caparbietà e la determinazione tipiche dei volterrani riuscirono, quindi, a placare e a tenere sotto controllo anche la violenza e l’aggressività dei barbari.

Viola Luti
© Riproduzione riservata


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