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Attualità venerdì 26 febbraio 2016 ore 17:00

"L'accordo fra sindaci ha favorito Enel"

Marco Garfagnini

Il segratario comunale Marco Garfagnini sostiene che l'accordo fra sindaci ed Enel ha favorito solo l'azienda e quelle esterne.



VOLTERRA — Dopo i recenti incontri per adottare soluzioni a favore dell'occupazione nel territorio, e in particolare dopo le recenti dichiarazioni del sindaco di Pomarance Loris Martignoni, anche il segretario comunale Pd Pomarance e capogruppo Sinistra Democratica Marco Garfagnini parla di Enel. Secondo Garfagnini l'accordo con i sindaci ha favorito soprattutto quest'ultima e aziende non locali. Di seguito pubblichiamo il suo commento integrale sulle condizioni dell'azienda e dell'indotto.

Martignoni furibondo con Enel per la mancanza di ricadute nell’indotto locale da parte della multinazionale. Finalmente una presa di posizione nella speranza di un cambio di rapporti tra l’azienda ed il territorio, ma deve essere concretizzato. In questi anni, da quando la crisi ha diminuito ovunque la mole di lavoro, la nostra zona grazie alla presenza degli impianti geotermici vede una continuità sulle attività di manutenzione necessarie per mantenere funzionali gli impianti. A dispetto delle altre zone a noi vicine, in special modo la costa, dove molte realtà sono in difficoltà o hanno diminuito le attività, Enel è costretta a continuare ad appaltare milioni di euro di lavori per il mantenimento della funzionalità degli impianti.

Come mai allora le aziende dell’indotto Enel sono sempre più in crisi? Eppure è evidente che non sono “chiacchere”. Una società si è smembrata, un’altra è stata riassorbita dalla “casa madre” e tutte, purtroppo tutte davvero, si trovano a fare i conti con un sistema malato di appalti e con il rischio che le conseguenze siano durissime per la val di cecina.

Ci era stato promesso che il fantomatico accordo tra i sindaci ed Enel avrebbe risolto ogni problema. E’ stato sventolato in ogni dove. Eppure, come contestammo subito, quell’accordo ha favorito soltanto le aziende non di zona aprendogli la strada per “spacciarsi” come aziende locali. Ed ha favorito Enel che ha continuato ad allargare il numero di aziende da mettere in concorrenza al fine di ridurre ancora i prezzi.

Questo sta mettendo seri dubbi sulla tenuta occupazionale delle aziende, le stesse che avrebbero dovuto dare una mano per risolvere il dramma degli ex dipendenti Smith. Vogliamo rimettere mano ad un accordo serio con Enel? Vogliamo chiarire quali sono le condizioni che il nostro territorio detta per consentire lo sfruttamento di un vapore che è nostro? In tutto il mondo, e vi invito a contattare gli imprenditori che in questi anni hanno girato la toscana ed oltre, in qualsiasi stabilimento si entri la risposta è sempre la stessa: “le manutenzioni sono appannaggio delle aziende del posto, per gli investimenti siamo disponibili ad inserirvi nelle gare di appalto”.

A Larderello invece no. Le manutenzioni vengono ancora appaltate con gare al massimo ribasso, magari ribassando i prezzi della gara dell’anno precedente (o prima), mettendo le aziende in competizione, inserendo ogni volta nuove società alla ricerca di qualcuno che offra un prezzo più basso.

Ed ogni volta viene trovato, viene valorizzato chi offre il proprio personale ad un prezzo più basso, non chi ha maggiori competenze. Non viene garantita la continuità lavorativa, impedendo la specializzazione del personale e la possibilità di attrezzarsi per le aziende, ed il primo soggetto a rimetterci con questo sistema è proprio Enel.

Vogliamo continuare a tollerare i casi vergognosi di trattamento dei dipendenti in molte aziende che attualmente lavorano all’interno di Enel? Cosa pretendiamo da un imprenditore al quale l’unica cosa che si chiede è che l’operaio costi meno? Operai specializzati a prezzi fuori da ogni logica. E tutto questo in una zona dove gli utili, per Enel, sono una costante. 

Avere garanzie sulla ricaduta alle aziende locali non è una richiesta assurda, è esattamente quello che viene detto in faccia alle nostre aziende quando vanno ad affacciarsi presso gli altri impianti industriali. Da noi invece succede il contrario. Ad ogni singola gara di appalto vediamo apparire nuove imprese, ad ogni gara vediamo prezzi più bassi, ad ogni gara vediamo le ditte con l’acqua alla gola perché quel lavoro può voler dire una boccata d’aria in più e qualche mese di attività prima di dover prendere decisioni drastiche.

Se dovessimo esprimere un giudizio personale ci sarebbe un elenco ben preciso di aziende da coinvolgere ed aziende da escludere completamente. Di sicuro questo elenco non dovrebbe mai coinvolgere aziende che invece di stabilizzare occupazione locale ha, in questi anni, approfittato di manodopera a basso costo, senza garantire le condizioni che invece dovremmo esigere per tutti i nostri dipendenti. Ed in questo settore è importantissimo che si mantenga un rapporto stretto con le forze sindacali che possono/devono garantire la tutela dei lavoratori.

Al tempo stesso Enel deve pretendere, perché ne ha bisogno, che le aziende dell’indotto siano competitive da un punto di vista economico e soprattutto da quello tecnico. Sottolineare gli aspetti critici delle imprese, favorire l’aggregazione ed integrazione delle stesse, promuovere progetti di sviluppo e aumento delle capacità produttive.

Troppo spesso si sente dire “non sono in grado di farlo” per mancanza di attrezzature o macchine. Vorremmo che si mettessero in condizione le imprese di poter investire per poter dare garanzia di mantenere più attività possibili all’interno dell’indotto locale. Ma se continua la corsa al ribasso sui prezzi, si mantiene la corsa al ribasso sulle prestazioni. Se non ne risente l’operatività delle aziende ne risentono i diritti dei lavoratori. E questo noi non ce lo possiamo permettere.


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