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Attualità giovedì 14 dicembre 2017 ore 17:12

Predatori, Pecorino Balze doc sempre più a rischio

Una pecora pomarancina

Coldiretti: "Pecore francesi al posto della pomarancina e della sarda. La pressione dei predatori sta cambiando metodi e razze di allevamento"



VOLTERRA — Addio pascolo per un allevatore su tre. Per salvare il gregge da lupi e predatori gli allevatori costretti a ridurre le passeggiate all’aria aperta. 

A rischio il pecorino delle Balze volterrane, una delle eccellenze del paniere toscano e locale che ha meritato recentemente la denominazione di origine, che viene realizzato proprio grazie alla caratteristica del pascolo allo stato brado in un contesto ambientale unico come quello delle colline di Volterra. 

Un metodo di allevamento antico quando la storia che i continui attacchi dei lupi sta rendendo sempre più complicato "tanto da spingere gli allevatori a preferire razze straniere - hanno spiegato da Coldiretti - come gli ovini francesi, più abituati alla stabulazione fissa". 

Queste sono alcune delle preoccupazioni che gli allevatori della provincia di Pisa hanno evidenziato all’assessore regionale all’agricoltura, Marco Remaschi in occasione dell’incontro promosso da Coldiretti a Firenze. 

“Abbiamo apprezzato – ha spiegato Fabrizio Filippi, presidente Coldiretti Pisa - il superamento del limite di de minimis, da noi sollecitato, che era previsto fino al 2016 per gli indennizzi richiesti a seguito delle predazioni e che consiste in un risarcimento massimo che la Regione Toscana può concedere all’allevatore. Questo limite è stato superato: una buona notizie, quindi, per numerosi allevatori”. 

Si è parlato anche delle misure anti-lupo: “Ben vengano gli indennizzi, anche se questa non può essere la soluzione, la realizzazione di recinti anti-lupo, l'utilizzo dei cani da guardiania e le altre misure ma occorre soprattutto permettere agli allevatori di allevare gli animali in libertà. La presenza di lupi ed ibridi sta costringendo un allevatore su tre a tenere chiusi i greggi per lunghi periodi forzando, di fatto, quello che è il metodo di allevamento e produzione che porta benefici al territorio in termini di manutenzione e passaggio. Gli allevatori – rivendica Filippi – sono i designer delle nostre colline. Curano i pascoli, mettono in sicurezza porzioni spesso marginali del territorio e preservano la biodiversità. Le pecore, in buona sostanza, - spiega ancora il Presidente - non possono pascolare liberamente. La presenza dei lupi sta mettendo in crisi la produzione di pecorino delle Balze e modificando profondamente il sistema di allevamento”. 

Secondo quanto testimoniato dagli allevatori sono in molti a preferire la stabulazione fissa a quella brada e semi brada. “Gli effetti – ha analizzato Aniello Ascolese, Direttore Coldiretti Pisa – sono imprevedibili. Il pericolo concreto è un progressivo abbandono delle razze tradizionali che caratterizzano il nostro patrimonio zootecnico toscano: penso alla pecora sarda e alla pomarancina a vantaggio in particolare di alcune razze francesi più idonee per la stabulazione fissa. Con queste razze e con la stabulazione fissa, come da disciplinare, non è possibile ottenere il famoso Pecorino delle Balze che oggi è l'ultima speranza per la sopravvivenza economica per i pastori del Volterrano. Non si potranno allevare le pecore pomarancine che alcuni appassionati allevatori stanno salvando dall'estinzione”. 

Da qui l’appello di Coldiretti a “separare il problema del lupo dalla presenza degli ibridi”. Per la principale organizzazione agricola è indispensabile intervenire rapidamente attuando azioni di prelievo selettivo degli esemplari ibridi per tutelare la vera specie del lupo.


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