Politica venerdì 28 agosto 2020 ore 08:15
Terapia intensiva, Malacarne mette in guardia
Il dottor Paolo Malacarne è primario del reparto di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Cisanello e ora candidato per Sinistra Civica Ecologista
VOLTERRA — Tra le varie prese di posizione politica sulla richiesta di almeno due posti di terapia intensiva all'ospedale di Volterra, segnaliamo oggi quella del dottor Paolo Malacarne, candidato al consiglio regionale per Toscana Sinistra Civica Ecologista, che sostiene la candidatura di Eugenio Giani a governatore.
L'intervento di Malacarne appare interessante per due motivi: primo perché parla anche con indiscutibile cognizione di causa, essendo primario del reparto di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Cisanello di Pisa; secondo perché le questioni che solleva di fatto stemperano la recente apertura di Giani circa i due posti letto di terapia intensiva a Volterra.
Di seguito l'intervento del dottor Paolo Malacarne, intitolato "Una Terapia Intensiva (T.I.) è sempre garanzia di sicurezza delle cure?"
"La risposta alla richiesta di sicurezza delle cure erogate in Ospedale
che viene dai territori, non si realizza mettendo T.I. nei Piccoli
Ospedali, ma mettendoli in condizione di "stabilizzare" i malati
gravi/critici, dotandoli di ciò che è necessario, e rendendo rapido e
senza intoppi il trasferimento di quei malati negli Ospedali con T.I.
La richiesta di una T.I. all’Ospedale di Volterra, così come analoghe
richieste provenienti da Castelnuovo Garfagnana, Portoferraio, ecc.,
nasce dalla legittima rivendicazione da parte della popolazione di una
Sanità che garantisca sicurezza nelle cure erogate anche laddove per
motivi territoriali più si avverte la lontananza da Ospedali maggiori
che hanno una T.I.
Ma la T.I. è garanzia di sicurezza ? Si, ma a determinate condizioni:
- Almeno 6-8 posti letto, da utilizzare in modo flessibile (intensivi e sub-intensivi)
- Un volume di malati gravi trattati ogni anno (non meno di 250-300)
tale da garantire la acquisizione ed il mantenimento di
competenza/pratica/esperienza clinica e assistenziale da parte del
personale sanitario
- Un Ospedale dotato di tutte le specialità
cliniche e diagnostiche necessarie per curare i malati gravi ricoverati
in quella T.I.
Se una T.I. non ha queste caratteristiche, anziché essere garanzia di sicurezza è garanzia di non appropriatezza clinica (cure sbagliate al malato sbagliato), di mortalità eccessiva, di incapacità nel gestire le delicate questioni etiche che si presentano in T.I., oltre che spreco di risorse; chi ci lavora non potrà avere quelle competenze ed quella esperienza necessarie per curare un malato grave.
Ma se non con una T.I., come allora garantire la sicurezza delle cure in queste zone della nostra Regione ?
Gli Ospedali di queste zone che non hanno T.I devono essere messi in condizione di:
- “stabilizzare” il malato critico (che arriva al Pronto Soccorso o che
ha una grave complicazione imprevista durante un intervento chirurgico o
che peggiora durante un ricovero) in 6-12 ore
- rapidamente e senza
intoppi frapposti dall’Ospedale di riferimento dotato di T.I. poter
trasferire quel malato in una T.I. attrezzata e adeguata per trattarlo
perché di esperienza e competenza, capacità che mai potranno essere
acquisite in T.I. sottoutilizzate
Questo salva la vita al malato, e non la permanenza in una T.I. non adatta.
Questo si può fare e questo deve garantire la Sanità Pubblica, e non dare risposte (o letti farlocchi di Terapia Intensiva, come quelli della “Fiera di Milano” nel periodo Covid) che non risolvono i problemi, ma anzi li aggravano".
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