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Attualità martedì 02 agosto 2016 ore 16:30

Un'altra sede per il Museo dell'alabastro

Escavazione di alabastro

Renato Casini interviene nel dibattito e propone alcune location alternative per una ipotetica esposizione permanente. "Serve partecipazione"



VOLTERRA — "Finalmente qualcuno parla seriamente di mettere insieme un museo. Volterra merita un Museo Archeologico Etrusco Guarnacci, come meriterebbe, con la stessa importanza, un Museo dell'Alabastro". Si aggiunge una voce al dibattito sul destino museale dello storico materiale volterrano: quella di Renato Casini, incisore, orafo e docente esperto nella lavorazione di vari materiali.

"La storia ci dice che gli etruschi hanno lasciato profonde e particolari tracce di una civiltà che ancora oggi ci sorprende e ci emoziona, nello scoprire che gli etruschi erano un popolo ricco di conoscenze e di grandi capacità espressive, anche nel quotidiano - scrive Casini. - I primi esempi di lavorazione dell'Alabastro li troviamo nei reperti Etruschi presenti anche nel Museo Guarnacci".

"Proprio su questa considerazione vorrei invitare chi parla oggi di Museo dell'Alabastro di Volterra a partire dal presupposto che la sua lavorazione ha importanti e profonde radici. Nei secoli ci è stato tramandato la cultura di questa particolare lavorazione artigianale, un percorso segnato dai vari momenti storici che hanno tracciato e impresso nelle creazioni che ne sono derivate, una attenta ricerca nella lavorazione che solo nelle botteghe degli Artigiani di Volterra, gli eredi degli etruschi, hanno saputo sviluppare con quella maestria che li ha da sempre contraddistinti nel Mondo".

Volterra ha fatto vivere l'Alabastro facendone anche un motivo economico, ha radicalizzato nella cultura del lavoro di ogni singolo Artigiano portando in rilievo la creatività, la manualità, la ricerca tecnica degli attrezzi e, tutte quelle competenze che solo la profonda conoscenza della materia può far risaltare".

"Il Museo dell'Alabastro di Volterra non deve essere solo un percorso di opere che hanno contraddistinto determinati periodi, detta operazione la può rappresentare solo una mostra, come è stato fatto degnamente e con successo negli anni passati. Il Museo dovrebbe essere vivo, con la possibilità di essere interattivo, un percorso che parte da chi ha anticipato la lavorazione, gli etruschi e, attraverso l'escavazione avvenuta in vari momenti, passando dai diversi periodi storici che hanno segnato la cultura, la storia ed anche la cultura del lavoro, fino ai nostri giorni con l'avvento delle nuove tecnologie con le applicazioni che l'Alabastro può consentire".

"Credo che un Museo di questa natura abbia la necessità di essere progettato a trecentosessanta gradi per arrivare ad essere un punto di riferimento come scuola e formazione, visto che i nostri artigiani meritano sicuramente il titolo di Maestro Artigiano. Non solo, dovrebbe essere un punto di riferimento per tutto l'artigianato artistico, Volterra ha visto un grande incremento di botteghe di tipologie diverse di lavorazione, che sicuramente incidono nell'economia locale e possono essere un grande valore aggiunto".

"Il Museo dell'Alabastro dovrebbe avere una locazione adeguata e diventare un punto fermo, come quello che ha conquistato il Museo Guarnacci quale riferimento della civiltà etrusca. Penso che il luogo proposto dal sindaco, come sede di un museo, senza nulla togliere ai piani alti dell'antico Palazzo dei Priori, sia la sede meno adatta per fare un percorso partendo dalla escavazione ed arrivare fino alla scuola, la formazione, diventare un punto didattico, di sperimentazione e di riferimento all'Europa e al mondo, come esempio di tradizione e di cultura del lavoro".

"Il binomio Volterra-Alabastro può essere tale e, prendere importanza mondiale, se viene sostenuto da idee vere e da un sostegno economico che non può essere eluso dalle Istituzioni perché la storia, le tradizioni e la cultura sono il nostro futuro. La mia idea vuole semplicemente far riflettere sull'importanza e la necessità di questo Museo".

"Vorrebbe argomentare e proporre lo sviluppo di un progetto che tenga in considerazione tutti gli aspetti, che coinvolga chi ha competenze e conoscenze reali sulla escavazione e lavorazione dell'alabastro, per cercare di mettere nelle mani del progettista tutti gli elementi necessari e indispensabili per un risultato adeguato ai nostri tempi".

"Capisco il fatto di avere una grande furia nel voler fare le cose a prescindere e con la semplicità del fatto che è già tutto pronto, ma, credo che il miglior progetto possa essere considerato quello che mi fa capire la prospettiva in un futuro prossimo e, il progetto portato avanti nel tempo con riflessione e condivisione globale, sicuramente porta vantaggi culturali ed economici di gran lunga superiori a cose fatte con la fretta".

"Credo che gli spazi per consentire questo tipo di progettazione non manchino a Volterra - conclude Casini - da antichi palazzi del centro storico, all'ex Conservatorio di San Pietro fino agli stabili in disuso dell'ex manicomio ed altri da prendere in considerazione".


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