Cultura martedì 07 marzo 2017 ore 19:55
Vini e infusi per sconfiggere la malaria

Alimenti selezionati, decotti di erbe aromatiche, falò e abiti particolari. Ecco i trucchi escogitati dagli Etruschi per proteggersi dalla malattia
VOLTERRA — Affrontata e analizzata nei trattati latini di Catone e Varrone, descritta negli scenari indo-malesi di Emilio Salgari e in quelle italiane di Giovanni Verga, la malaria ha attraversato la storia di tutti i popoli. Nel corso dei secoli, infatti, ciascuna civiltà colpita dalla malattia infettiva, ha cercato di debellarla attraverso pratiche magiche o sperimentando formule medicamentose.
Per sconfiggerla, gli Etruschi escogitarono rimedi erboristici, preparati alimentari e rituali apotropaici. E così, accendevano grandi falò nelle campagne per purificare l’aria, indossavano abiti di lana e manicotti che proteggevano il corpo e le mani. Ma anche l’alimentazione subiva una variazione salutistica: mangiavano cavolo, bevevano decotti di erbe aromatiche, tra cui rosmarino e ginepro, di cui sfruttavano le proprietà antisettiche e analgesiche, e degustavano del vino, simbolo di prosperità.
Terapie che, in base alle credenze e alla conoscenze mediche, avrebbero dovuto allontanare il pericolo dell’epidemia di parassitosi.
Viola Luti
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