Zerbina
di Malena ... - venerdì 11 dicembre 2015 ore 07:00
Il termine zerbino o piccolo tappeto, a causa dell’utilizzo che se ne fa, è utilizzato per canzonare le persone sfruttate o prevaricate da altre persone.
Zerbina è una donna che non ha ancora raggiunto i quaranta, piccola di statura, paffutella, con un viso simpatico e occhi vivaci, libera da legami. Mi racconta la sua storia che ha i connotati dell’inverosimile.
Conosce un certo Raimondo, uomo politico di riguardo abituato al comando, sempre in giacca e cravatta, con una reputazione rispettabile e da rispettare. Si sa però che quando di mezzo c’è una certa “passione” i principi etici e morali sono messi a tacere di buon ordine per fare tutto quel che ci pare. Il nostro uomo si lancia nell’approccio di Zerbina, che fa le pulizie nel Comune dove lavora l’assessore e come succede in questi casi, l’occasione fa l’uomo ladro.
Non se la sente di consumare il delitto dentro le mura del Comune da buon serio professionista ma nemmeno di portare la donna a qualche cena preliminare e poi di pernottare in una stanza d’albergo perché qualcuno potrebbe scoprire la sua tresca e addio campagna elettorale. Oltretutto è un uomo impegnatissimo, sposato con figli e non ha molto tempo per dedicarsi quanto vorrebbe (o forse no?) a queste avventure di poco conto e di così basso livello.
Per Zerbina ovviamente l’uomo rappresenta l’icona del “meglio che meglio non si può” ed è disposta a tutto pur di avere le attenzioni di Raimondo e chissà magari qualcosa di più. Del resto ha visto tutti i film romantici che parlano dell’amore delle favole e soprattutto le è rimasta in mente la favola di Cenerentola dove la donna di servizio è miracolosamente riscattata dal principe azzurro. Il maschio ad ogni modo non desiste dal tediarla e la convince a qualche fugace incontro in macchina alle ore più disparate sempre al calar della sera e nei posti più bui da maniaco sessuale.
Lei accetta tutto e non si lamenta, anzi capisce il suo uomo e gli viene incontro su tutto. Ha indossato gli occhiali rosa e non sente ragioni quando le amiche le suggeriscono di cambiare le lenti della sua montatura poiché sta scindendo la realtà dei fatti dalla sua illusione mentale. La cecità dell’amore è un attributo psicologico legato alla sfera delle emozioni e Cupido, a braccetto con la Fortuna, infatti, è bendato ed è presentato in maniera negativa perché l’amore è pena, pericolo che riduce la nostra mente a uno stato pietoso.
La domanda è: “Ma l’amore è cieco?”. Ebbene sì! Il nostro caro amico stufo di questi incontri fugaci poco soddisfacenti e soprattutto scomodi (nonostante la macchinona di lusso), propone a Zerbina di aspettarlo sotto casa sua cosicché di ritorno alla sua dimora, dopo le lunghissime cene o riunioni di lavoro, vale a dire intorno alle due di notte, può invitare la donna nello scantinato della sua villetta dove può distendere le membra stanche dal duro lavoro (lei sotto e lui sopra ovviamente), assumendosi il rischio dell’essere scoperto, segno ancor più tangibile d’amore, per Zerbina ovviamente.
Appurato che la cosa può continuare senza alcun minimo rischio qualche volta Raimondo si azzarda a portare la donna al piano di sopra forse perché la solita posizione diviene monotona dopo un po’ ed è meglio stare sdraiati sul divano (lui sotto e lei sopra) oppure seduti con lei sopra che può essere ancora più eroticamente appetibile. La moglie ignara dorme sopra le loro teste (è una villetta su tre piani) insieme alle bambine e tutto fila liscio come l’olio per un bel po’ di tempo.
Zerbina come tutte le donne, a un certo punto, “passato il periodo di prova”, vuole qualcosa di più da un amore così grande ma non sa o meglio non vuol vedere la realtà dei fatti per due motivi fondamentalmente: accettare di aver preso un abbaglio la costringe a confessare di essere stata stupida (almeno con se stessa) e inoltre dovrebbe ammettere che l’uomo non la ama e ciò significa rassegnarsi a lasciarlo.
Nessun problema in questo caso, perché a levarla dall’impiccio ci pensa Raimondo, troncando la relazione (chi troppo vuole nulla stringe no?) lasciando la nostra Zerbina con la sindrome del gambero poiché a oggi sta vivendo ancora nella sensazione che nonostante gli sforzi fatti per superare la fine di quest’amore, spesso ha la sensazione di tornare indietro sui progressi fatti, nonostante siano passati sei mesi. Non disperare mi sento di consolarla perché questo processo che stai vivendo per quanto lento e doloroso non è lineare e continuo ma discontinuo ed è proprio grazie a questo (non sei consapevole al momento) che alla fine progredisci fino al distacco definitivo come fa il gambero che sembra torni indietro ma alla fine arriva alla meta.
Auguri Zerbina!
Malena ...