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martedì 03 dicembre 2024

PAGINE ALLEGRE — il Blog di Gianni Micheli

Gianni Micheli

Diplomato in clarinetto e laureato in Lettere, da sempre insegue molteplici passioni, dalla scena alla scuola, dalla scrivania alla carta stampata, coniugando il piacere della scrittura con le emozioni del confronto con il pubblico, nei panni di attore, musicista, ricercatore, drammaturgo e regista. Dal 2009 è iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Toscana riversando nella scrittura del quotidiano le trame di un desiderio di comunicazione in cerca dell’umanità dell’oggi, ispirata dalle doti dell’intelligenza, della sensibilità e della ricerca della felicità immateriale.

​Di cortometraggi, di cinema e di generazione Z

di Gianni Micheli - sabato 26 dicembre 2020 ore 09:30

Di Generazione Z si parla molto in campi molto diversi. È il futuro fra di noi. È l’espressione di quelle che saranno le scelte politiche, sociali e culturali del nostro paese tra qualche anno. Futuro e presente. È il racconto con la visione speculare degli occhi di chi apprende di una società docente e adulta incerta, preoccupata, incapace di trasmettere alle generazioni successive ciò che un tempo chiamava progresso, crescita, autodeterminazione, tempo pieno, sicurezza. È il racconto di un pianeta sofferente che non trova parole per farsi comprendere, non trova banchi al supermercato dove mettere in vendita la propria speranza di salvezza, il sorriso reale di un ottimistico passaggio di mano generazionale. È molto altro, ovviamente, ma non è questo il posto dove parlarne.

Nell’anno (nefasto) che si chiude ho avuto il piacere, per un brevissimo tempo, di poter avere un confronto diretto con alcuni rappresentanti di questa generazione approssimatasi alla maggiore età al confine con una pandemia, un piede in ciò che tutti eravamo, ognuno con i propri anni e i proprio obiettivi, l’altro nell’incertezza di ciò che riusciremo ad essere, economia, mutazioni, vaccini e mascherine permettendo. L’occasione del confronto è stato il festival e concorso di cortometraggi Officine Social Movie, conclusosi nei primi giorni di dicembre in una forma in streaming non pensata fin dall’inizio ma necessaria. L’occasione di dialogo avrebbe dovuto comprendere a lungo raggio la progettazione e la comunicazione del concorso e del festival, la ricerca di un linguaggio capace di veicolare il senso di un percorso artistico con l’obiettivo dichiarato di contribuire alla «crescita di una sensibilità culturale diffusa, nell’ottica di una società multiculturale coesa nella trasmissione dei valori di solidarietà, accoglienza, integrazione e impegno civile» come si legge nel bando del progetto ideato e curato da Orchestra Multietnica di Arezzo e Officine della Cultura.

La pandemia, sfortunatamente, ha ridotto in gran parte il percorso comune che stavamo portando avanti. Ha ridotto soprattutto quel confronto diretto, occhi sugli occhi che, al di là di quanto “istituzionalmente” previsto dal progetto, avrebbe permesso un reale scambio di opinioni, di vissuti, di segni della percezione del presente e del futuro tra la generazione Z e la mia, la X, già incerta a proposito di “sicurezza” ben prima che il Covid-19 ci mettesse lo zampino.

Per contrastare questa interruzione drastica, purtroppo, non ho potuto far molto ma a progetto concluso voglio cogliere l’occasione di questo blog per porre ad alcuni degli studenti del Liceo Artistico Coreutico Scientifico Internazionale Piero della Francesca che hanno svolto con me questo percorso, la mia generazione Z di riferimento, quelle ultime domande che avrei voluto fare seduti ad un tavolo, pensando al presente ma progettando il futuro, navigando tra differenze e similitudini in uno tra i mondi a loro più vicini: quello che parte dal telefonino per arrivare al grande schermo cinematografico.

Le risposte potete leggerle qui sotto. Spero sia un modo, anche per i lettori che non hanno un esponente della generazione Z a portata di mano, di avere un dialogo con giovani che ho trovato attenti e profondi, certo schivi con gli adulti ma egualmente generosi qualora invitati allo scambio di idee. I risultati del festival Officine Social Movie sono invece leggibili accedendo al sito www.officinesocialmovie.com.

1) Intanto, per iniziare: come sta procedendo il vostro anno scolastico? E, se vi fosse possibile chiedere un desiderio al 2021 che sta per arrivare, come vorreste trasformarlo?

L'anno sta procedendo bene per ora. Non ho un vero e proprio desiderio per il prossimo anno.

L’anno scolastico che stiamo affrontando purtroppo non è dei migliori, ma io personalmente ho ampliato il mio tempo di studio e sono migliorata, però ovviamente avrei preferito stare in compagnia dei miei compagni per affrontare questo ultimo anno. Dal 2021 mi aspetto di poter fare un bell’esame di Stato e di riuscire ad entrare nella scuola che voglio frequentare dopo.

L'anno scolastico purtroppo sta procedendo come mi aspettavo e temevo, e molto probabilmente ancora dovrà procedere per altrettanto tempo in questo modo. Sarebbe molto bello se a gennaio si potesse ritornare ma da quanto dicono, non sarà possibile. Continuerò a sperare magari per febbraio!

Abbastanza bene, non nego però che vorrei tornare in presenza, infatti uno dei desideri che chiedo al 2021 è proprio quello di tornare a condurre una vita normale.

L’anno scolastico sta procedendo bene, leggermente più stressante del previsto a causa della distanza e dell’assenza delle lezioni fisiche.

Questo anno è un po’ peso per me, e mi spiace anche perché se va tutto bene sarà l'ultimo delle Superiori e avrei preferito passarlo diversamente. A parte questo sta andando abbastanza bene. Un desiderio per il prossimo anno sarebbe semplicemente di essere liberi in sicurezza e non vincolati in casa.

Il mio anno scolastico sta procedendo molto bene (speriamo continui così). Se dovessi esprimere un desiderio per il 2021, vorrei che tutto questo finisse all’istante per poter ritornare ad abbracciare tutti e viaggiare in giro per il mondo senza dovermi preoccupare di finire in ospedale e perché no, passare l’esame di maturità con un gran bel voto.

2) Siete più ragazzi da cortometraggi o da lungometraggi?

Lungometraggi.

Fra lungometraggio e cortometraggio preferisco il corto, ma ovviamente può variare dal tema trattato, dato che ci sono cose che non possono essere affrontate in 5/10 minuti ma serve tempo.

Non ho mai realizzato video che superassero i 5 minuti anche se mi piacerebbe tantissimo poter far parte del retroscena di un film e vedere come il tutto viene realizzato.

Cortometraggi.

Personalmente preferisco i cortometraggi.

Lungometraggi.

Io sono un grande amante dei film, quindi direi più un ragazzo da lungometraggio, anche se un cortometraggio compatto e fatto bene non mi dispiacerebbe affatto.

3) Quali sono secondo voi le differenze fondamentali fra questi due generi? Cos’è che vi affascina dell’uno anziché dell’altro?

Preferisco il lungometraggio perché non mi piacciono molto i video di corta durata.

La differenza fra cortometraggio e lungometraggio è ovviamente la durata e quindi la spinta che viene data al messaggio. Il cortometraggio è più mirato e diretto e perciò mi affascina maggiormente. Mi piace ricevere un messaggio chiaro e coinciso.

Tra i due noto una differenza sul racconto della storia, infatti, sul primo può essere più veloce e chiaro mentre nell'altro ci sono più attenzioni nel raccontare tutta la storia con più dettagli e agganci.

Secondo me le differenze sono sicuramente la lunghezza, il cortometraggio è appunto più corto rispetto a un lungometraggio. In più è la capacità di trasmettere un messaggio, strutturare una storia e tener conto del tempo che si ha a disposizione.

La differenza fondamentale ed evidente è la durata del video, preferisco i cortometraggi che racchiudono in pochi minuti un messaggio d’impatto che va a colpire subito chi lo guarda.

Preferisco i lungometraggi perché sono più completi a par mio, e si ha a disposizione più tempo per esprimersi. È anche la differenza tra i due per me.

Come ho detto prima io amo i film, quindi per me avere una trama più lunga e strutturata mi permette di entrare ancora più “dentro” al film che sto guardando. Secondo me le differenze principali sono che un lungometraggio se fatto bene è molto coinvolgente, a discapito di un cortometraggio che sì, può essere coinvolgente lo stesso, ma rischia di perdere tutto il suo fascino per la “poca” durata rispetto ad un lungometraggio.

4) Avete mai fatto parte della creazione di un cortometraggio? Anche girandolo con il vostro telefono cellulare? Se sì cosa potete dirci di quest’esperienza? Cosa rappresenta per voi la narrazione della realtà con un strumento “a portata di mano”?

Sì, era per un esercizio di scuola, lo feci io con dei miei amici ed è stato molto divertente, considerando che né io né i miei amici siamo attori.

Frequentando l’indirizzo multimediale ho avuto l’occasione di ideare e girare dei corti, anche se solitamente ne faccio parte da attrice perché è quello che vorrei fare in futuro. Solitamente i corti che giriamo vengono fatti con una macchina fotografica o nel mio caso con il cellulare. Trovo che sia fantastico riuscire a realizzare un prodotto con un mezzo alla portata di tutti perché consente a chiunque di esprimere il proprio pensiero.

Abbiamo realizzato spesso video insieme, utilizzando macchine fotografiche e devo ammettere che pensavo fosse molto più semplice accordarci su tutto, mentre è molto complicato anche solo trovare l'idea e gestirla in modo che si possa realizzare.

Sì. In prima superiore la nostra prof di multimediale ci aveva dato il compito di realizzarne uno con il cellulare. È stata sicuramente un'esperienza positiva perché oltre ad essere stato divertente, mi ha avvicinato molto all'indirizzo che avevo scelto.

Nel mio indirizzo, il multimediale, la creazione di cortometraggi è alla base del giorno, è sempre un’esperienza creativa, che parte dalla la ricerca di un’idea all’ingegnarsi sull’allestimento del set.

In terza abbiamo fatto il progetto Giona contro le dipendenze, insieme ad alcuni miei compagni muniti di telefono e videocamera abbiamo fatto le riprese. Penso sia stato uno dei miei progetti preferiti.

Io sto girando un cortometraggio se così lo possiamo definire, però il mio è basato su una canzone, quindi diciamo più un video musicale, però è un’esperienza che per me almeno è sempre un piacere fare, perché mi piace veramente tanto montare i video, mettere la musica nei punti giusti e cambiare ogni volta stile e riprese, insomma sperimentare. Secondo me la narrazione della realtà siamo noi stessi, le persone, con tutte le nostre storie ed esperienze di vita, il miglior “strumento” in assoluto.

5) Se, per un motivo o per l’altro, vi fosse chiesto di realizzare un breve video per un concorso a tema sociale, di cosa vi piacerebbe parlare? Cosa credete sia giusto raccontare in questo momento alla vostra generazione ma non solo?

Non saprei onestamente, ci ho pensato per un po’ ma non mi è venuto in mente niente.

Se dovessi realizzare un corto vorrei trattare il tema della solitudine illusoria che si prova nell’adolescenza dato che facendone parte credo che sia un argomento poco trattato e importante in quanto molti giovani si sentono soli e incompresi e spesso si rifugiano in mondi sbagliati. Io vorrei far passare il messaggio che non siamo soli ma tutti hanno almeno una persona che ci sostiene nelle nostre scelte e quindi non dobbiamo deprimerci, ma anzi dobbiamo riuscire a convivere con noi stessi per non sentire più questa solitudine.

Un argomento, di cui avrei trattato, che non è chiaro a molte persone è quello riguardante l'omofobia perché ci sono molti pregiudizi che si basano su vecchie idee tramandate in anni e anni. Ancora oggi si pensa che la parola gay sia un’offesa e molto spesso accade che tra bambini si diano del "gay", come se per loro fosse una malattia che si possa trasmettere. Dato che questo non avviene solo tra bambini ma principalmente anche tra adulti, non si può fare altro che parlare di pura ignoranza tramandata di generazione in generazione.

I temi sono molti, nel mio stile rappresenterei un video su temi purtroppo molto attuali come abuso di droghe e razzismo.

Penso che parlerei dei diritti LGBT+ visto che oltre ad un tema molto attuale che, nonostante tutte le campagne di sensibilizzazione attuate, molti continuano ad attaccare le persone per il loro orientamento sessuale come se fosse diritto loro decidere chi si deve amare.

Mi piacerebbe parlare delle ingiustizie in generale, del rispetto cosa persa molto nel tempo anche da me stesso in primis.

A me personalmente piacerebbe parlare del razzismo, argomento che viene discusso molto ma non preso abbastanza sul serio secondo il mio punto di vista. Alla mia generazione vorrei solo dire d’incominciare ad essere meno insicuri e meno succubi delle opinioni altrui, perché tanto le persone saranno sempre pronte a dire qualcosa di brutto o anche di bello, dipende, solo se tu glielo permetti ovviamente, non per forza ci deve essere un giudizio a tutto, a volte le cose vanno bene così come vanno, e soprattutto di essere meno pigri, perché a 18 non si può essere così pigri, non tutti e non sempre però dai ahah.

6) In riferimento all’organizzazione della seconda edizione di Officine Social Movie secondo voi quali aspetti andrebbero valorizzati? Su cosa bisognerebbe puntare?

Non lo so.

Nella seconda edizione del festival secondo me andrebbe valorizzato ogni regista nel suo piccolo e bisognerebbe puntare proprio sul come sono nate le idee dei video.

Di questa esperienza l'aspetto principale per me è stato il coinvolgimento iniziale, quando ci si si riuniva tutti insieme per poter parlare delle nostre idee.

Bisognerebbe puntare soprattutto sulle tematiche dei vari video visti ed eletti.

Per me andrebbero valorizzati di più i lavori fatti da ragazzi come noi, magari creando una categoria a parte per questa fascia di età e magari più video riguardanti i diritti di espressione della propria persona.

Secondo me dovreste puntare sulla divulgazione ai giovani, in modo che si espanda a macchia d'olio il messaggio.

Secondo me si dovrebbe puntare di più nelle categorie giovanili creare delle edizioni per i più giovani.

7) Vista l’esperienza con l’organizzazione del festival Officine Social Movie, anche se purtroppo fortemente ridotta dal mese di marzo a causa della pandemia, vi augurereste un futuro lavorativo nell’ambito dello spettacolo dal vivo o del cinema?

Sì.

Vista l’esperienza avuta grazie a questo festival mi piacerebbe tantissimo lavorare come ho già detto precedentemente, nel mondo dello spettacolo come attrice.

Si assolutamente è quello a cui punto, poter entrare nell'ambito del cinema.

Sicuramente sì.

Si, spero che in futuro potrò fare un’esperienza dal vivo di questo genere, perché mi incuriosisce molto la parte organizzativa che sta dietro a ciò che noi vediamo da spettatori.

Non è un mio obbiettivo però non mi dispiacerebbe fare l'attore.

Di sicuro vorrei riuscire a trovare un futuro lavorativo nell’ambito dello spettacolo, del cinema possibilmente, come attore, regista, sarebbe il mio ideale, però anche lavorare nell’ambito del montaggio video ed effetti speciali non mi dispiacerebbe affatto.

Gianni Micheli

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