Cultura domenica 09 aprile 2017 ore 16:30
La sacralità delle oche etrusche

Simbolo di fertilità femminile e di vita domestica, il pennuto era venerato dai popoli antichi che ne riproducevano le sembianze sulle prue delle navi
VOLTERRA — Considerate dai Romani le salvatrici del Capidoglio, le oche erano venerate anche da Fenici, Egizi ed Etruschi. Proprio i Rasenna, oltre ad avere numerosi allevamenti di questi animali, realizzavano le prue delle proprie navi a forma di testa e di collo del pennuto. L’oca, nella tradizione rituale, era simbolo di protezione domestica e di fecondità, ma anche legata alla trascendenza spirituale. I suoi piedi palmati, infatti, rappresentavano il controllo dello spirito sul mondo materiale. Aspetto, questo, che contrasta col concetto di superficialità e frivolezza associato, modernamente, al termine.
L’interpretazione esoterica, iniziata anticamente, ha un suo collegamento con le pratiche magiche presenti in età medievale nel periodo dell’edificazioni delle grandi cattedrali in cui compare schematizzata l’immagine della zampa d’oca che costituiva la firma dei maestri costruttori.
Viola Luti
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