Attualità mercoledì 23 luglio 2025 ore 18:16
Rete nefrologica-dialitica, il ruolo di Volterra

Il modello organizzativo sta entrando pienamente a regime su tutto il territorio dell’Asl: "Esempio virtuoso di riorganizzazione efficiente"
VOLTERRA — È stato avviato e sta entrando pienamente a regime, su tutto il territorio dell’Asl Toscana nord ovest, il modello organizzativo della rete nefrologica-dialitica aziendale, che si propone di assicurare ai pazienti affetti da malattia renale cronica trattamenti appropriati, sicuri e di elevata qualità anche nelle aree periferiche e nei presidi con volumi più contenuti.
“Si tratta -commenta Giovanni Grazi, direttore dell’area dipartimentale degenza medica e direttore della medicina e dialisi Volterra - di un’esperienza strutturata su basi clinico-organizzative codificate a livello nazionale, che tiene conto della necessità di rendere l’assistenza sempre più aderente ai bisogni reali di prossimità dei pazienti, garantendo continuità operativa”.
“Anche Volterra, insieme ad altri presidi che già da tempo hanno optato per questo tipo di organizzazione - prosegue Grazi- è inserita in questo percorso che si è rivelato efficace e sicuro, applicato seguendo le linee guida specifiche presenti anche nel Piano Sanitario Nazionale. Il presidio di Volterra è un presidio fondamentale come dimostrano i sostanziosi investimenti regionali, che ammontano a più di 30 milioni di euro. I livelli organizzativi sono tre, ormai consolidati, che garantiscono una rete solida e flessibile. Il modello si fonda sulla classificazione funzionale, secondo i dettami della Rete dei Servizi di Dialisi contenuta già nel Piano Sanitario Nazionale 1994-1996, delle strutture dialitiche in due livelli operativi. Nello specifico. Il primo livello è rappresentato dai Centri Dialisi Ospedalieri (CDO), dotati di degenza nefrologica autonoma (quasi sempre Aziende Ospedaliere); Centri Satellite, così definiti in quanto la loro principale funzione diventa quella di “avvicinarsi” alla residenza del paziente, al fine di ampliare sul territorio la rete nefrologica dipendente da un’unica struttura; Centri ad Assistenza Decentrata (CAD), che non dispongono di degenza, ma garantiscono la presenza dello specialista nefrologo in tutti i turni dialitici; Centri ad Assistenza Limitata (CAL), in cui la presenza del nefrologo è programmata ma non continuativa, ed il personale infermieristico opera in autonomia, ormai da svariati anni, in quanto in possesso delle competenze necessarie e supportato da collaudati protocolli operativi. Questa articolazione permette di essere coerenti con il contesto organizzativo locale, mantenendo invariati gli standard di qualità”.
Un elemento chiave del nuovo modello, spiega l'Asl è la forte collaborazione tra centri in un’ottica “hub and spoke”, cioè la supervisione da parte dei centri maggiori su quelli satellite, di prossimità. Questa collaborazione è resa possibile anche grazie all’impiego di tecnologie informatiche avanzate, che consentono una condivisione continua dei dati clinici, il monitoraggio dei pazienti a distanza e una gestione integrata delle situazioni complesse.
In particolare, nei Cal è attivo un sistema di supporto clinico che consente di affrontare tempestivamente situazioni potenzialmente critiche, in costante coordinamento con gli specialisti internisti e anestesisti rianimatori dei centri di riferimento che, anche nei centri maggiori, sono i professionisti coinvolti in caso di emergenze.
Inoltre, prosegue l'Asl, a garantire l’efficacia del sistema è anche la presenza di infermieri di dialisi, appositamente formati e dotati di strumenti operativi standardizzati, che operano sulla base di protocolli aziendali consolidati, costruiti in collaborazione con le strutture di medicina interna e anestesia-rianimazione. E’ importante sottolineare che l’esperienza maturata negli anni nei vari ospedali aziendali ha permesso di anticipare e codificare la gestione delle principali urgenze dialitiche.
Nei casi in cui è necessaria una dialisi urgente su pazienti che sono in carico ai centri Cal, precisa l'Asl, è prevista una stabilizzazione clinica ed il trasferimento protetto in tempi adeguati verso un centro hub, garantendo l’adeguata e tempestiva gestione della fase critica.
A Volterra, conclude l'azienda sanitaria, "un’ulteriore garanzia è rappresentata dalla presenza in ospedale di una nefrologa in carico alla medicina interna e dalla copertura H24 da parte dell’anestesista rianimatore che assicura la gestione delle emergenze in ogni momento, modello già sperimentato con successo negli anni precedenti".
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