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Attualità mercoledì 01 maggio 2019 ore 07:45

Gli alunni dell'artistico tra "Sogni e bisogni"

Le classi 3A e 3B del Carducci raccontano l'entusiasmante esperienza delle classi III A e III B del Liceo Artistico nel progetto “Sogni e Bisogni”



VOLTERRA — "Abbiamo vissuto un’esperienza veramente intensa nel mese di Aprile, grazie al progetto “Sogni e Bisogni”, un progetto a sostegno della creatività e progettualità giovanile di cui è capofila l’associazione “Carte Blanche”. Il percorso che ci è stato proposto prevede incontri in carcere e incontri spettacolo con la “Compagnia della Fortezza”, nell’ambito dell’azione PERFORM YOUR LIFE – DIDATTICA ALTERNATIVA: questa compagnia teatrale in venti anni di attività in carcere ha dimostrato come il teatro e la cultura possano essere formidabili strumenti per contrastare il disagio e risollevare dalle difficoltà della vita. E’ questo il messaggio che abbiamo recepito nell’incontro con i detenuti: qualunque sia stata la storia individuale, ogni uomo può riscattarsi da tale storia e divenire risorsa e potenzialità.

Ma… cominciamo dall’inizio. Siamo partiti in 35, con due insegnanti, verso la sede di “Carte Blanche”. Il nostro breve viaggio a piedi è stato pieno di interrogativi, curiosità, emozioni. Non sapevamo bene che cosa aspettarci da questa esperienza, ma eravamo affascinati dal progetto che ci era stato proposto. Appena arrivati, siamo stati molto attenti alle modalità di entrata nella Casa di Reclusione. Liberati dello zaino, dei cellulari, delle cose in più rispetto alla nostra persona e al documento di riconoscimento, siamo entrati a piccoli gruppi da un ingresso laterale che ha agevolato l’accesso.

Nelle nostre teste mille idee e molte ipotesi si avvicendavano assieme ad un turbinio di emozioni e un po’ di agitazione. Ed ecco sbarre altissime, persone intente a fare esercizi ginnici, fino ad arrivare ad portone blindato e ai corridoi del carcere. A destra e sinistra le celle con le sbarre, molte persone che ci salutavano e che noi ricambiavamo con sorrisi e saluti, per arrivare alla famosa cella-teatro della “Compagnia della Fortezza”. Un piccolo teatro di velluto rosso, contornato di oggetti dorati e di strumentazione tecnologica per la musica, l’audio, la proiezione, uno spazio molto ristretto nel quale siamo riusciti ad entrare in circa 50: ragazzi, insegnanti, attori, direttore, maestro, staff e polizia penitenziaria. Armando Punzo, il direttore, assieme ai suoi collaboratori e al musicista Andrea Salvadori, ci ha raccontato i venti anni di esperienza della “Compagnia della Fortezza”, venti anni di condivisione umana, relazionale ed artistica dentro il carcere. Questo racconto- testimonianza di vita ci ha permesso di entrare in un mondo che non conoscevamo e di capire il valore liberatorio delle forme di arte soprattutto all’interno di una struttura di detenzione. Gli spezzoni di scenografie, monologhi e dialoghi visti e vissuti direttamente erano inni alla vita, esplosioni di sentimenti di varia intensità. Una mattinata così densa di significati e di sensazioni che ancora ci girano in testa e chissà quanto rimarranno! Alla fine abbiamo potuto parlare con alcuni detenuti-attori che, oltre a darci testimonianze della loro vita, ci hanno raccomandato di seguire strade e compagnie giuste, ma soprattutto ci hanno detto di non dimenticarci mai dei nostri sogni perché abbiamo la fortuna di poterli inseguire e perseguire.

Molteplici sono state le impressioni, le sensazioni che abbiamo avuto. Ecco le voci di alcuni di noi.

“Esperienza bellissima”. “Esperienza unica e piacevole; e' stato strano entrare nella casa di molte persone”. “Mi sono stupita dell'atmosfera piacevole”. “Si e' creata un'atmosfera ‘tranquilla’. Questo mi e' piaciuto moltissimo perche ‘tranquillo’ non e' un termine da usare in un carcere abituale”. “Era come se tra noi non ci fossero più pregiudizi”. ”Molti degli stereotipi vengono superati, seppur carcerati sono persone normali” “ Mi e' sembrato di entrare in un'altra dimensione, sembrava di essere extraterrestri, su un altro pianeta. Non saprei nemmeno descrivere le emozioni che ho provato, ho solo percepito che era qualcosa di molto forte”. “Quando eravamo lì, era come se loro non stessero scontando una pena ma come se fossimo tutti un gruppo unito; tutti insieme senza pregiudizi.” “ Un'esperienza da brividi, molto forte ma anche unica. Non penso che capiti tante volte nella vita di incontrare carcerati che fanno la professione di attori” “ E' stato molto emozionante entrare in contatto con questa realtà molto diversa” “Quel ‘palcoscenico’ e quegli ‘attori’ mi hanno trasmesso emozioni talmente intense da essere improbabili in altri teatri.” “ Mi ha sorpreso la frequenza e la costanza del maestro nell'essere presente all'interno del carcere”. “Sono rimasto sorpreso dalla bravura dei detenuti nel recitare” “Sono felice di aver avuto la possibilità di partecipare a questa esperienza".

Classi III A e III B del Liceo Artistico

Istituto Istruzione Superiore “G. Carducci”

Volterra"


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