Attualità domenica 23 ottobre 2016 ore 10:30
La nebbia “sull’irto” colle

Quando a Volterra diventa impossibile scorgere quello che si nasconde dietro la foschia
VOLTERRA — Sono due gli agenti atmosferici che possono cambiare radicalmente i caratteri architettonici e il paesaggio di una città: la neve e la nebbia.
La prima ammorbidisce e smussa le angolosità degli edifici conferendo ai luoghi una dimensione naif; la seconda crea un’atmosfera ovattata e fiabesca che ha la capacità di “alleggerire” i monumenti rispetto alla loro imponenza, depotenziandone la loro tridimensionalità, come se, trasformasse la scultura in pittura. Ed è proprio questo fenomeno che a Volterra si presenta nella dimensione più spettacolare.
Dalla coltre trasparente si intravedono più sfumate le vette dei campanili e delle torri, mentre tutto il resto sembra sottrarsi alla vista. La nebbia costringe, quindi, a concentrare l’attenzione e a soffermarsi su ciò che è più vicino, permettendo di notare quei dettagli, meno appariscenti, ma non per questo meno importanti, che, altrimenti, passerebbero inosservati.
Questa percezione dei diversi livelli di fruizione dell’ambiente circostante è presente in Giovanni Pascoli che, nella poesia “Nebbia” (Canti di Castelvecchio), così la descrive:
“Nascondi le cose lontane,
tu nebbia impalpabile e scialba,
tu fumo che ancora rampolli,
su l'alba,
da' lampi notturni e da' crolli
d'aeree frane!”
Viola Luti
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