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martedì 19 marzo 2024

INCONTRI D'ARTE — il Blog di Riccardo Ferrucci

Riccardo Ferrucci

Riccardo Ferrucci è nato Pontedera e vive a Calcinaia. Giornalista e critico ha pubblicato numerosi volumi sul cinema e sull’arte. Tra le sue pubblicazioni “Paolo e Vittorio Taviani , la poesia del Paesaggio”, editore Gremese. Ha diretto la rivista letteraria Ghibli ed ha collaborato con importanti istituzioni pubbliche. Attualmente è funzionario della Regione Toscana.

Giampaolo Talani, la sua "anima sola" a Firenze

di Riccardo Ferrucci - martedì 21 maggio 2019 ore 16:03

Una grande retrospettiva dedicata dalla città di Firenze al maestro toscano Giampaolo Talani, a poco più di un anno dalla sua improvvisa scomparsa, ha aperto i battenti nel cuore della città, nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio fino al 24 maggio. “Anima sola”è il titolo della mostra che ospita 65 dipinti oltre ad alcune sculture in bronzo e sei sinopie originali dell’affresco “Partenze”, creato dal maestro per la stazione fiorentina di Santa Maria Novella. I dipinti scelti per la mostra vogliono regalare una panoramica emozionale sulla ricerca pittorica del maestro Talani; ricerca durata una vita e grazie alla quale ha raggiunto un linguaggio artistico tutto personale che lo ha portato negli anni agli apici della notorietà. Particolarmente studiato l’allestimento della mostra corredato da spunti audio e video attraverso i quali si vuole creare una immersione totale nell’universo di Giampaolo Talani proiettando il pubblico nel suo studio, il luogo dell’anima dove le intuizioni artistiche prendevano corpo.

Talani ha realizzato numerose opere pubbliche che oggi troviamo dislocate in spazi di grandissima frequentazione; oltre al già citato affresco “Partenze”, sempre a Firenze dal 2016 in Piazza San Jacopino si trova “Fiorenza”, scultura in bronzo dedicata alla città ed a tutte le donne. Suoi dipinti e bronzi sono presenti al Quirinale, al Museo Centrale del Risorgimento del Vittoriano ed al Senato della Repubblica. E’ poi il solo artista straniero invitato dal Parlamento berlinese per aprire le celebrazioni del ventennale per la caduta del muro; un altro bronzo dal titolo “Partenza” alto 4 metri è stato scelto dalla municipalità di Berlino per la piazza antistante la principale stazione ferroviaria della città. Altri bronzi di grandi dimensioni sono collocati in Italia ed all’estero. La mostra, patrocinata dal Comune di Firenze e dal Consiglio Regionale della Toscana, è organizzata dall’Associazione Culturale Giampaolo Talani, curata da Laura Farina e Martino Talani.

E’ difficile parlare oggi di Giampaolo Talani, ricordare la persona e l’uomo accanto all’artista. Talani era un autore che aveva ancora molto da raccontare, con mille progetti da realizzare, ci resta comunque il suo testamento artistico con un ricco corpus di opere su cui vale la pena ancora di riflettere e ragionare. Il tema del viaggio, il sogno, la partenza, il mare accompagnano, da sempre, l’avventura artistica di Talani, un protagonista della scena pittorica italiana, uno degli autori capaci d’inventare senza limitarsi a riprodurre la realtà esistente. Per il regista Tarkovskij : “ Coloro che rimarranno nella storia del cinema come autori, sono tutti poeti. A mio avviso esiste una legge: il cinema d’autore è un cinema di poeti e tutti i grandi registi contemporanei sono dei poeti. Ma cos’è un poeta nel cinema? E’ un regista che crea il proprio mondo e non tenta di riprodurre la realtà che lo circonda.”

Talani con la sua produzione ha saputo inventare un mondo, una serie di personaggi che si interrogano sul futuro, sui sentimenti e le utopie. Talani è, prima di tutto, pittore autentico che ha raccontato attraverso i suoi dipinti e le sue immagini il mondo osservato fin da bambino, dalla spiaggia di San Vincenzo. Un luogo di confine, la spiaggia, in bilico tra terra e cielo, che permette di cogliere verità profonde, svelare antichi segreti, ritrovare uno sguardo incontaminato. La forza della pittura di Talani, è evidente, colloca l’autore in una dimensione metafisica e poetica. Il tema della partenza: le valigie, la linea di confine, il luogo dell’anima, inseriscono questi dipinti in una dimensione evocativa e misteriosa, una visione figurale che approda all’informale, un gioco di luci che trasfigura in un regno delle ombre, una serie di opere che non descrivono la realtà, ma parlano al cuore e all’anima dello spettatore.

Gli ultimi interventi di Talani, con le sue opere proiettate sui muri delle facciate, diventano un modo per raccontare l’arte in una maniera personale, una vita che invade gli spazi del quotidiano e diventa racconto magico e misterioso, che lascia tracce profonde nelle nostre storie, nella memoria, nei muri delle nostre città; è un arte che tende ad illuminare il nostro presente a dare armonia e colori alla nostra vita, al passaggio su questa terra. Come ha scritto sapientemente Vittorio Sgarbi : “ Talani propone, suggerisce, stimola la nostra memoria, la nostra fantasia, ma poi ci invita a proseguire da soli a concludere le sue storie come ci suggeriscono le nostre anime, le nostre esperienze, le nostre vite vissute o immaginate.”

Le sue opere sono modi poetici per raccontare il presente in forma attuale, portano dentro di se una ricerca del senso del tempo e della storia dell’arte. E’ una pittura che cerca un sentimento nuovo, una sorta di rifondazione continua, un ripensamento di strumenti e linguaggi che si aprono ad una conoscenza profonda e poetica del reale. Il viaggio di Giampaolo Talani è tutto vissuto sotto il segno della leggerezza, quella indicata da Italo Calvino nelle sue Lezioni americane: “La mia operazione è stata il più delle volte una sottrazione di peso; ho cercato di togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, ora alle città; soprattutto ho cercato di togliere peso alla struttura del racconto e al linguaggio.” Nelle sue tele o negli

affreschi affiora questo senso di leggerezza e di fragilità della visione, di provvisorietà, un sogno ad occhi aperti in grado di illuminare i sentimenti e le segrete passioni dell’uomo.

L’arte di Talani ha la dimensione evocativa della musica, i tempi ed i ritmi sospesi di un canto o di un suono che nasce e muore dalle cose, continuamente modificando gesti ed esiti formali. È una dimensione narrativa circolare quella che propone l’artista nel suo cammino attraverso cicli di opere che si ripetono, inseguendosi e richiamandosi, attraverso anche rimandi espliciti ai suoni. Talani è ormai entrato in un tempo della classicità, i suoi ritmi e i suoi segni hanno la forza della pittura storica , dei maestri del rinascimento, vivono in un regno fuori dal tempo e dalle mode. Il suo grande affresco “Partenze” pensato per la stazione Santa Maria Novella di Firenze, realizzato con la tecnica degli antichi maestri, dimostra la grandezza e la maturità di un poeta che riesce a coniugare la storia e la tradizione con il futuro ed il senso dell’attesa; i suoi viaggiatori, con le loro valigie rosse, carichi di vita e desideri rappresentano perfettamente la nostra epoca, in bilico tra sogni ed utopie, tra fughe in avanti e sguardi che sembrano rivolgersi verso il passato.

È un senso di necessità, di assoluto che muove i personaggi e le ombre di Talani, testimonianze di un viaggio misterioso nell’arte e nel sogno, storie ordinarie che diventano momenti straordinari di creatività. È bello perdersi nel mare, tra le nebbie, nelle spiagge dipinte di Talani, ascoltare il vento delle sue conchiglie, immergersi nei suoi notturni, guardare le stelle cadenti e ritrovare il sapore autentico della poesia. Quello ci manca adesso è il suo sorriso, la creatività,il senso di sperimentare tecniche e modi nuovi dipingere; quello che rimane è la sua opera, la sua poesia, la forza di immaginare storie e vite partendo da un luogo della provincia toscana. Sembra in questi lavori di sentire ancora la sua voce, quel suo interrogarsi senza fine sull’arte e la poesia, per raccontare in modo meraviglioso un mondo interiore che diventava visione illuminante e trascendente. Scriveva Talani : “ Un castello di sabbia è una cosa viva. Il mare, il sole, il vento iniziano già da subito a sgretolarli, sempre, finché la sabbia non è più castello ma di nuovo se stessa. Ancora buona però per costruirne altri.” Ci mancheranno molto i tuoi castelli di sabbia, le invenzioni, i personaggi, le illuminazioni, l’infinita poesia che ci hai regalato in questi anni.

Ciao, Giampaolo.

Riccardo Ferrucci

Articoli dal Blog “Incontri d'arte” di Riccardo Ferrucci