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martedì 19 marzo 2024

INCONTRI D'ARTE — il Blog di Riccardo Ferrucci

Riccardo Ferrucci

Riccardo Ferrucci è nato Pontedera e vive a Calcinaia. Giornalista e critico ha pubblicato numerosi volumi sul cinema e sull’arte. Tra le sue pubblicazioni “Paolo e Vittorio Taviani , la poesia del Paesaggio”, editore Gremese. Ha diretto la rivista letteraria Ghibli ed ha collaborato con importanti istituzioni pubbliche. Attualmente è funzionario della Regione Toscana.

​“Litomachie” di Matteo Tenardi alla Chiesa della Spina

di Riccardo Ferrucci - lunedì 13 febbraio 2023 ore 08:00

Proseguono le esposizioni di arte contemporanea alla Chiesa della Spina con la suggestiva mostra dell’artista toscano Matteo Tenardi, una mostra promossa da Casa d’Arte San Lorenzo, con il patrocinio del Comune di Pisa e della Regione Toscana. La mostra è visitabile fino al prossimo 26 febbraio con il seguente orario: dal mercoledì al venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. L’esposizione ha come protagoniste tre figure che occupano ognuna i tre lati della chiesa e un’installazione centrale che fa da raccordo tra loro. I tre soggetti, realizzati a grandezza reale, sono raffigurati nell’atto di scagliare una pietra e fanno parte del ciclo "Litomachìe": la litomachia (o sassaiola), infatti, è una sorta di battaglia con i sassi praticata, per scopi non sempre puramente ricreativi, nella Perugia medievale.

“Nel mio progetto - dichiara Tenardi- per la Chiesa della Spina, lo spazio dell’edificio sacro viene abitato da tre figure che occupano ognuno dei tre lati della chiesa e un’installazione centrale, dislocata rasoterra ed aniconica, che fa da raccordo alle tre figure. Ognuno dei tre soggetti sta compiendo un gesto ed è raffigurato nell’atto di scagliare una pietra. Le tre opere sono le ultime del ciclo delle “Litomachìe”, un susseguirsi di disegni e dipinti che ha per centro una sorta di battaglia delle pietre”.

È un modo originale, quello di Tenardi, per entrare in contatto con lo spazio sacro della Chiesa della Spina proponendo un viaggio, quasi sacrale, tra memoria e futuro, arte e storia, che si inserisce perfettamente nella ricerca portata avanti dall’artista toscano che, nei suoi ultimi cicli pittorici, ha sempre indagato, con profondità, i legami tra ragione e passione, tra realtà e sogno, tra sentimento e paura. Il mondo poetico di Tenardi, con l’allegorico lancio delle pietre, può simboleggiare un atto di violenza e dominio, che ricorda il celebre film di Kubrick 2001 odissea nello spazio, dove la nascita dell’evoluzione umana è segnata dalla violenza: una scimmia che comincia ad usare un osso come arma per sconfiggere le altre e conquistare uno spazio dominante. L’ambiguità di sentimenti contrastanti distingue il lavoro artistico di Tenardi, dove la simbologia della pietra può essere considerata un modo aggressivo di accostarsi alla natura, ma anche una testimonianza di ricordi e memorie del passato.

Scrive Hans Magnus Enzensberg “Il labirinto è fatto perché chi vi entra si perda ed erri. Ma il labirinto costituisce pure una sfida al visitatore perché ne ricostruisca il piano e ne dissolva il potere. Se egli ci riesce avrà distrutto il labirinto; non esiste labirinto per chi lo ha attraversato.” La propensione labirintica dell’opera di Tenardi è evidente, ma quando entriamo in questo luogo magico siamo come trasportati in un’altra dimensione, quella della poesia, siamo destinati a superare il labirinto della società contemporanea e ci avviciniamo a scoprire altre mete, altre destinazioni. Non esiste labirinto per chi lo ha attraversato e l’opera di Tenardi ci porta fuori dal labirinto, a svelare aspetti inediti della realtà, a comporre un racconto ricco di sfumature poetiche, a individuare possibili vie di uscita dal caos.

La pittura di Tenardi ha una forte caratterizzazione filosofica e sensoriale quasi ad avvertire sulla pelle, visceralmente, la presenza di questi personaggi intenti ad interpretare un senso di rivolta, un’azione di sovvertimento di un ordine preesistente, ad indicare una possibile via di fuga. È proprio l’idea di un viaggio senza fine che produce la ripetizione di gesti e azioni, in un luogo ricco di riflessi ed echi, sguardi muti e silenziosi, apparizioni e scomparse.

Come indica Tenardi “E’ necessario continuare a lanciare pietre, allora, che sia in uno stagno o altrove, perché la memoria del gesto originario non vada perduta. Così, allora, le tre figure, con un gesto scomposto e solo all’apparenza violento, stanno cercando di preservare una memoria e allo stesso tempo delimitare e segnare un luogo nuovo. Costruire un mondo nuovo.”

Proprio la costruzione di una nuova figurazione è al centro delle riflessioni e dell’opera di Tenardi che reinventa un proprio mondo non accontentandosi di riprodurre la realtà esistente, ma riuscendo a generare un duplicato di universo ancora più magico e misterioso del reale, dove l’autore ci invita ad entrare nella dimensione lirica del sogno e della leggerezza, a scoprire un altro lato di visione e conoscenza.

Per Alessandro Baricco: “Quel che di bello c'è nella vita è sempre un segreto… Per me è stato così… Le cose che si sanno sono le cose normali, o le cose brutte, ma poi ci sono i segreti, ed è lì che si va a nascondere la felicità.” Proprio inseguendo i segreti e i misteri della vita Tenardi costruisce una visione significante, un mondo ricco di apparizioni e fantasmi, scoprendo che la felicità si nasconde nel mistero, nella notte, e che solo l’arte è in grado di svelare e illuminare la realtà di una luce nuova.

Riccardo Ferrucci

Articoli dal Blog “Incontri d'arte” di Riccardo Ferrucci