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martedì 19 marzo 2024

LEGALITÀ E NON SOLO — il Blog di Salvatore Calleri

Salvatore Calleri

Salvatore Calleri (1966) è nato a Catania e vive sin da piccolo a Firenze. Laureato in giurisprudenza nel 1991 ha conosciuto Antonino Caponnetto con il quale ha collaborato strettamente fino al 2002, anno della sua morte. Esperto di lotta alla mafia, analista nel campo della sicurezza e della criminalità organizzata internazionale è presidente della Fondazione Caponnetto e consigliere della Fondazione Pertini. Di entrambe ha ispirato la nascita. Coordina l'Omcom (Osservatorio Mediterraneo Criminalità Organizzata e Mafia) è ideologo del Progetto Tulipani Rossi verso gli Stati Uniti d'Europa.

​La mia generazione... Quella dell'alluvione 1966

di Salvatore Calleri - lunedì 21 dicembre 2020 ore 09:40

La mia generazione ha visto tutto.

I primi cartoni giapponesi quando eravamo piccoli: gig robot d'acciaio, daitarn tre, mazinger e candy candy (il nostro primo amore).
Ci hanno fatto portare la zampa d'elefante che abbiamo odiato prima e amato dopo con la nostalgia dei primi novanta nel periodo grunge.
Siamo andati in vacanza all'est prima che cadesse il muro.
Abbiamo assistito all'inutile suicidio di Kurt Cobain ed al divertente scontro brit pop blur vs oasis.

Non avevamo la mail ma sapevamo usare il fax.
Abbiamo avuto un unica compagnia telefonica: la sip e ... funzionava con il suo mitico gettone color rame.
Abbiamo visto il teatro in tv mentre oggi vediamo i teatranti.
Siamo sopravvissuti alle macchine senza airbag viaggiando sulle ginocchia dei genitori per rischiare di morire oggi contro taglienti guard rail.
Non sapevamo cos'era l'aria condizionata e soprattutto siamo stati gli ultimi a poter fare le vacanze senza telefonini e conseguenti controlli genitoriali.
Abbiamo sopportato i fratelli più grandi dell'era yuppies per poi affrontare liberi i primi anni novanta.

Non avremo la pensione ma molti di noi vivono grazie alle pensioni dei genitori.
Ci hanno detto che non si smette mai di studiare nella vita per poi scoprire che chi non l'ha fatto lavora mentre molti di noi no.
Abbiamo visto combattere la mafia con il maxiprocesso di Antonino Caponnetto e quanto questa può essere pericolosa con le sue stragi.
Ci siamo formati vedendo il prigioniero, ed agente speciale mentre oggi crescono con il grande fratello e l'isola dei famosi.
Quando sfogliavamo le riviste di costume ridevamo delle auto americane degli anni cinquanta con le pinne per anticipare il futuro... E pensavamo che noi nel 2000 avremmo avuto le macchine volanti. 

Il 2000. La mia generazione avrebbe dovuto guidarlo. Il 2000 l'abbiamo vissuto con la serie televisiva “Spazio 1999” con la base lunar-terrestre in cui le scorie radioattive causavano un'esplosione e la Luna se ne andava per conto proprio nell'universo intero ad incontrar alieni. Alieni presenti nella serie “Ufo” che addirittura anticipava il 1980 con auto fantascientifiche guidate dal mitico Comandante Straker, vestito in modo mirabolante e fascinoso tipo swingin london.  Il 2000 anticipato di poco dal film del 1995 di James Cameron “Strange Days”, in cui l'eroe è un ex poliziotto che spaccia minidisc da inserire in delle apparecchiature che portano sballo.

Niente si è avverato. Le auto non volano ed il motore è ancora principalmente a scoppio, elettrico con poca autonomia e non a reazione. Oggi siamo arrivati solo alla guida autonoma o meglio assistita di livello 2.
Gli alieni non si sono ancora visti... Se non in politica.
Nello spazio siamo andati poco e senza astronavi con l'eccezione dello Shuttle. Di viaggi nell'iperspazio nemmeno a parlarne, e niente Luna oramai anche se forse abbiamo trovato l'acqua su Marte. 

La rivoluzione tecnologica è arrivata dove non ce l'aspettavamo: negli smartphone, in internet, nelle telecamere e fotocamere digitali oltreché nei tablet anticipati dalla serie tv Star Trek - Deep Space Nine.  In compenso molti di noi con la scusa di ricercare i vecchi compagni di classe sono diventati dipendenti di una nuova moda virtuale: facebook et similari. 

Stiamo vivendo un 2020 orribile per la crisi pandemica ed economica.
Un futuro alla 1984 di George Orwell con l'occhio che ti osserva è forse dietro alle porte? Un'isola non dei famosi ma de Il Prigioniero forse ci aspetta? La mia generazione spera proprio di no.

Salvatore Calleri

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