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di Nicola Belcari - lunedì 17 maggio 2021 ore 10:08
Lettera a un internauta.
Amico, perché dovrei litigare con te? Per lo spasso di chi sta sopra la mischia? Siamo come i galli che si beccano per far ridere uomini crudeli e bestiali? Ci aizzano l’uno contro l’altro e scommettono su chi la spunterà. Il mio nemico non sei tu, è chi mi pone contro di te per il suo divertimento e guadagno.
Il gallo è col gallo e il cane col cane, simile e fratello. Perché obbedire e lottare per conto di un padrone che ci ama così, per il suo spasso e per soldi?
O galli da combattimento o “polli di Renzo” è lo stesso, il concetto. Più spesso polli. Il “pollo” nel gergo del gioco è colui che è inesperto, destinato alla sconfitta, l’ingenuo, il pessimo contendente che quando la posta è in denaro si farà spennare.
La rete non è la gabbia di uno sport estremo, non dovrà essere il covo dell’odio che nasce dall’impotenza; è il legame tra diseredati, è uno spazio di libertà dove scrivere “lettere d’amore” dalla trincea.
Amico, siamo rimasti soli. Guardati attorno. Il nostro mondo sembra una nave dei folli alla deriva. Non la pazzia creativa, disinteressata e rivoluzionaria di Erasmo, né quella della malattia, benché la nevrastenia dilaghi, ma quella della stupidità. Uomini indaffarati, smarriti, si dibattono senza meta. Diseducati, rieducati. Si ribellano senza sapere come. A scuola di obbedienza e sottomissione quando la meschinità e l’indifferenza sono la normalità.
Vuoi dare uno scossone alla tua vita? Rompere la monotonia? E pensi di farlo con uno che ti ravviva la giornata con offese e minacce? Vuoi movimentare una notte troppo tranquilla? E credi di riuscirci con uno che tifa una squadra politica diversa dalla tua che ti omaggia di una bottiglia molotov lanciata contro la porta di casa?
Avresti la pretesa di convertire al buon senso chi è pronto a scatenare una rissa sanguinosa per un fallo laterale?
Hai nostalgia delle guerre, quello sport cavalleresco per veri uomini, che generosamente i re offrivano ai sudditi in modo che potessero levarsi l’uzzolo di prendersi a fucilate con sconosciuti di altre nazioni?
No. Partecipare all’alterco nell’etere, alla guerra di tutti contro tutti, non è crescere insieme. È alimentare l’equivoco infinito con la trappola delle parole.
Cordiali saluti dal tuo povero vecchio amico.
Nicola Belcari