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mercoledì 11 dicembre 2024

TURBATIVE — il Blog di Franco Bonciani

Franco Bonciani

Franco Bonciani, fiorentino, tecnico, docente e dirigente sportivo, gestore di impianti natatori. Con uno sguardo attento e scanzonato su quello che gli succede attorno

Tavecchio for president e i rottamati risorti

di Franco Bonciani - mercoledì 24 gennaio 2018 ore 14:00

Carlo Tavecchio

Corre voce che ci sia la possibilità di ritrovarsi Carlo Tavecchio presidente della Lega Calcio di serie A e B.

Carlo Tavecchio, sì, proprio lui, quello delle innumerevoli perle omofobe e razziste, l’uomo che durante la presidenza della FederCalcio è riuscito nell’impresa di far eliminare dai mondiali di Russia 2018 la nazionale, quello che sembra una tenera caricatura uscita dai cartoni animati di Bugs Bunny.

Quasi 75 anni di età (li compie il prossimo 13 luglio), una vita passata in quel mondo del calcio fatto di sport e affari poco chiari, meno di tre mesi fa era additato come il responsabile numero uno della disfatta della nazionale di Ventura contro la Svezia, una sciagura senza precedenti da più di cinquant’anni.

Non lo conosco direttamente, quindi non so se, al di là di quanto si può pensare leggendo quello che viene raccontato, l’uomo abbia anche delle qualità.

Del resto ognuno di noi qualcosa di buono l’ha pur fatto, mi raccontano che anche il Pacciani producesse degli ottimi pomodori.

Ma la cosa che dovrebbe sorprendere è come si possa pensare anche solo di proporre un uomo di quell’età, dimissionato a furor di popolo, per un ruolo che nell’economia del calcio, economia vera oltre che politico-strategica, può (soprattutto) condizionare le scelte di una federazione che si vorrebbe rinnovata, in grado di pensare agli interessi e alle prospettive di milioni di praticanti e non sia serva di un gruppo di soliti potenti fra cui diversi beceri padroni delle ferriere.

Mi fa imbestialire vedere che ancora una volta risaltano fuori, in ogni campo, soggetti che si sperava avessero fatto il loro tempo, visti soprattutto i risultati mediocri conseguiti.

Non ne faccio una questione di età né di numero di mandati: in certi casi c’è gente di valore in ruoli importanti alla quale non rinuncerei mai, in ogni ambito (avviene invece che, se sono troppo bravi, si rimuovono a prescindere).

Poi ci sono quelli, anche nuovi, giovani ma spesso antichi, antichissimi, che non capisci come mai siano arrivati ad un ruolo nello sport, nella politica, in pubblici incarichi e come mai, soprattutto, non se ne riesca a fare a meno a fronte dei danni che hanno prodotto a capo di una federazione, un ente pubblico, un partito.

Certe nomine saranno frutto di discutibili meriti o sono piuttosto dettate dalla paura di possibili ricatti?

Ci fosse mai qualcuno che si pone una questione di opportunità: ma vi sembra possibile, normale, accettabile che uno come Tavecchio, volato fuori dal calcio passando per la finestra il 20 novembre 2017, ne rientri trionfante dalla porta principale meno di tre mesi dopo?

E soprattutto, è possibile che ci sia chi ha la faccia tosta di nominarlo e farlo eleggere dopo quello che è successo?

Meno male che si tratta di calcio e non di vita vera.

Pensate che cosa potrebbe succedere se uno come Berlusconi si ripresentasse in politica, magari alla guida di una coalizione con chiare ambizioni di governo, insieme a chi solo tre anni fa lo infamava per la sua condanna. Se il PD candidasse a Bologna uno come Pierferdinando Casini. Se dopo averne dette di tutti i colori sui ministri senza laurea, i grillini indicassero come futuro premier uno appena diplomato come Di Maio. Se ci fossero personaggi che si professano di sinistra solo fino a quando c’è da usare il portafoglio degli altri perché il proprio lo tengono a destra.

Per fortuna queste cose in Italia non accadono, altrimenti si potrebbe solo dire che in troppi hanno la faccia come il culo.

Col rischio di prendersi poi una denuncia per calunnia. Da parte del culo.

Franco Bonciani

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