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Attualità venerdì 03 aprile 2015 ore 04:15

In quel vaso era sepolto un avo dei volterrani

La tomba in dolio scoperta a Volterra è di epoca villanoviana: quel grande recipiente funebre risale al periodo tra il IX e l'VIII secolo a.C.



VOLTERRA — Volterra è antica, antichissima. Se gli etruschi, come unità, risultano esistere solo a partire dall'VIII secolo a.C. con una propria lingua e con proprie usanze, Volterra era già lì, anche in epoca villanoviana.
Certo serviranno studi approfonditi, ma la scoperta della tomba in dolio in località Ortino, avvenuta casualmente sul terreno destinato al nuovo asilo, potrebbe rappresentare una svolta negli studi sulle radici dell'abitato. Anche, forse, una fonte di informazioni preziosa per ricostruire l’origine degli etruschi, da sempre misteriosa e su cui sono state sostenute dagli archeologi diverse tesi.
Quello che è certo, ad oggi, è il ritrovamento di un sepolcro pre-etrusco. Con tanto di corredo funebre che farebbe pensare di trovarsi di fronte ad una sepoltura di epoca villanoviana. Una tomba che risale, quindi, a quasi 3mila anni fa. La civiltà villanoviana, infatti, inizialmente confusa dagli studiosi con quella etrusca, si è sviluppata nell'Italia protostorica, nella prima età del Ferro, tra il IX e l'VIII secolo a.C. Questo nome deriva dalla tenuta di Villanova, piccola località in provincia di Bologna, nella quale il conte archeologo Giovanni Gozzadini, tra il maggio 1853 ed il novembre 1855, scoprì una necropoli di 193 tombe, di cui 179 ad incinerazione e 14 ad inumazione. 
La tomba ritrovata a Volterra è costituita da un grande contenitore del diametro di oltre 80 centimetri e un’altezza presumibile di oltre un metro, il dolio appunto. Un enorme vaso che era stato sotterrato ed inserito dentro una ampia fossa circolare e calzato con ben tre filari di pietre disposte a raggiera alternate a strati di sabbia. E' possibile che la tomba del defunto, fosse indicata fuori terra dalla presenza di un segnacolo funerario, costituito da grossi ciottoli di fiumi, semplici schegge di arenaria o stele figurate, come scoperto in altre tombe villanoviane. Il vaso trovato a Volterra appare in buone condizioni di conservazione, ad eccezione della parte superiore, ovvero della bocca, intaccata probabilmente dai lavori agricoli che si sono susseguiti sul terreno in quasi 30 secoli di storia.
Il dolio conteneva, come riscontrato in altri scavi villanoviani, l'ossario per le ceneri del defunto ed il corredo funebre, particolari preziosissimi da un punto archeologico. Nel cantiere dell'Ortino era iniziato anche lo scavo all’interno del contenitore, recuperando alcuni frammenti di corredo, ma si è subito accertato che parte della copertura di sassi del sepolcro era caduta all’interno, già in passato. Così, a causa delle precarie condizioni di conservazione del corredo funebre, amministrazione comunale e Soprintendenza hanno deciso di non proseguire in loco gli scavi all'interno del contenitore, ma di rimuoverlo e di trasportare la sepoltura al laboratorio di restauro della Soprintendenza Archeologia della Toscana, dove sarà possibile procedere alle necessarie analisi ed al restauro del corredo e del dolio. 
Ci sarà anche da capire se intorno a quel sepolcro vi siano altre tombe, anche per valutare se ciò bloccherà la cosrtuzione del nido in bioedlizia. Ma questa è comunque una scoperta che, insieme al ritrovamento di altri resti pre-etruschi dopo il crollo delle mura, cambia la storia antica di Volterra. Infatti, ci sarebbe un grane insediamento abitativo di epoca villanoviana sotto l’attuale piazza dei Fornelli, una zona che si estende dalle mura fino a palazzo Stella. La grandezza dell'abitato di Volterra già 3mila anni fa sarebbe testimoniata anche un’antica capanna puntellata da 45 buchi ritrovata durante gli scavi dopo la frana, che fanno ipotizzare una grande zona produttiva.


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