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Attualità giovedì 19 dicembre 2019 ore 10:54

"Capitale cultura? Dovrebbe unire, invece divide"

Da Per Volterra: "Volterrani e pisani difendono convintamente la propria patria. Il superassessore Danti nel 2013 candidò proprio Pisa"



VOLTERRA — Dalla lista civica Per Volterra sono intervenuti per parlare della candidatura della città etrusca a Capitale della cultura 2021

"Un tema che dovrebbe unire e che invece in questi giorni sta dividendo. Divide i cittadini volterrani e pisani che difendono convintamente la propria patria, considerandola come unica portatrice virtuosa del titolo di Capitale italiana della cultura. Divide la Camera di Commercio che, negli ambiti territoriali di propria competenza, interviene su posizioni contrapposte, legittimando l'una candidatura piuttosto che l'altra. Divide i sostenitori di Terre di Pisa, dai detrattori. E soprattutto divide amministrazioni e amministratori che, tirando l'acqua al proprio mulino, palesano la non manifesta volontà di pensare forse più al proprio ego piuttosto che all'interesse del territorio che dichiarano di voler amministrare. La storia e piena di queste diatribe. Post su Facebook e articoli su stampa ci riportano indietro di anni, a quando la repubblica Pisana provava a tarpare le ali a Volterra"

"Diatribe che oggi fanno decisamente male alla nostra Città, al turismo ed all'idea di cultura che abbiamo. E, l'aspetto più negativo è che questa battaglia mediatica e istituzionale sia portata avanti proprio da chi è stato "scelto" come innovatore e poliedrico rappresentante di culture internazionali, che oggi sembra invece produrre proprio l'effetto opposto. Ricordiamo ancora quando il Sindaco ci presentò il nuovo Assessore alle Culture del Comune di Volterra Danti come colui che avrebbe dato una svolta di visibilità della Città, portandola ad essere cittadina del mondo e liberandola da quella sua provincialità che l'aveva costretta ad eremo per troppo tempo. Il SuperAssessore doveva rappresentare l'espressione massima della collaborazione e del dialogo tra territori: lui, che viene da Pisa, avrebbe avvantaggiato i rapporti tra il grande capoluogo di provincia, che sarebbe diventato magnanimo con la "piccola e marginale città di Volterra". Un racconto da favola questo, enfatizzato solo per collocarlo nella giusta prospettiva di una novella che, come le più belle storie, adesso fa i primi conti con la realtà: Pisa si candida per essere la Capitale Italiana della Cultura quando già Volterra lo ha annunciato"

"La grande Città di Pisa quindi, non solo non abbraccia la piccola succursale (che per darle ancora più potere ha pagato lo scotto di nominare tre assessori pisani nella giunta e che come primo atto ha votato l'adesione al brand Terre di Pisa), ma addirittura le si mette contro. La notizia fa scalpore: Sindaco e Super Assessore gridano allo scandalo affermando di essere stati i primi a parlare di candidatura. E il popolo, alla guida del motto "Ognuno per la sua strada e vinca il migliore!" si schiera sostenendo che i pisani non dovevano farci questo affronto. Ci viene da dire che questo stupore appare immotivato, soprattutto quando l'Assessore in questione, il pisano, è abituato a fare polemiche di tale portata sulla stampa, confrontando e mettendo in contrasto Pisa e Volterra su ogni cosa gli sia politicamente strumentale pur di andare contro le azioni del Sindaco di Pisa". 

"Tutto si mostra come contrasto politico e rivalsa, anche perché l'assessore Danti il 19 settembre 2013, quando ricopriva lo stesso incarico nel comune di Pisa, aveva consegnato al Ministero la candidatura a capitale della cultura 2019 per Pisa usando, come adesso, uguale entusiasmo e stesse parole: sarà un successo comunque vada. Ed ieri come oggi viene riproposto quel filo diretto con Matera, come se bastasse questo per raggiungere l'obiettivo. Insomma Danti si stupisce delle discesa in campo di Pisa, ma chiaramente era nell'aria da anni che il capoluogo aspirasse a questo titolo, dopo che proprio sotto la sua guida come Assessore Pisa non ha ottenuto risultati nel 2013 per essere capitale europea nel 2019.È altrettanto palese quanto surreale che il Super Assessore non corrisponda esattamente all'impronta collaborativa e dialogante che il Sindaco sta (faticosamente e senza successo) cercando di portare avanti: Danti non se la dice proprio con Pisa, tanto da apparire come un personaggio scomodo, che di fatto rischia di minare tutti i rapporti che invece sarebbero serviti. Questa diatriba sulla candidatura ne è, purtroppo, la riprova diretta: se Sindaco e giunta avessero quantomeno fatto qualche telefonata, almeno a livello provinciale, magari tutto questo sarebbe stato evitato. Invece è stata scelta la via della politicizzazione di un contesto che avrebbe dovuto essere e rimanere di natura trasversale. Insomma, sono molte le domande che stanno emergendo nella favola che ci è stata prospettata, anche in merito all'adesione a Terre di Pisa, ma questo riguarda la storia di una fata che, con la sua affidabilità ipotizzava scenari fantastici e sorti mirabolanti derivanti dalla fusione tra due Città che sono state rivali storiche e che oggi sembrano esserlo anche politicamente, nonostante il fatto che in campagna elettorale un ex primo ministro del calibro di Enrico Letta sia venuto in soccorso all'attuale Sindaco affermando che sarebbe stato Ambasciatore di Volterra nel mondo. Saremmo curiosi di sapere se adesso direbbe la stessa cosa a svantaggio della candidatura di Pisa. Non sarà forse il caso che, per dare un bel finale alla storia, i "cittadini periferici di volterra" si debbano liberare di questo ingombrante SuperAssessore, facendolo tornare nella sua casa natale, così da lasciare lo "scettro" della Cultura ad un Assessore meno politicizzato e divisivo?".


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