Attualità sabato 22 luglio 2017 ore 15:30
Volterra e i suoi capoccini

L’espressione gergale, che indicava il capofamiglia, è rimasta in uso tra gli abitanti della città, articolandosi in diversi significati
VOLTERRA — Se i romani chiamano la loro città “capoccia” per ricordare la sua potenza imperiale, i volterrani, nel passato, utilizzavano l’espressione “capoccino” per indicare il capofamiglia. Vezzeggiativo che, con un tocco di ironia, alludeva alla funzione di guida esercitata dagli anziani all’interno delle famiglie patriarcali contadine.
Con il passare del tempo, il termine è entrato nel tessuto linguistico cittadino estendendo il suo campo semantico.
Dal modo scherzoso per indicare la centralità e l’”egocentrismo” di un bambino; al modo parodico per sottolineare le fattezze caricaturali di un uomo di piccola statura e dalla testa di ragguardevoli dimensioni; fino al modo ironico per evidenziare l’abbigliamento fuori moda rispetto ai canoni dell’eleganza contemporanea, il vocabolo è parte integrante dello “slang volterrano”.
Viola Luti
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