Cultura sabato 29 aprile 2017 ore 06:30
L'urna del Guarnacci che piacque a D'Annunzio

Nel romanzo "Forse che sì forse che no", i protagonisti commentano il reliquario etrusco conservato al museo di Volterra
VOLTERRA — Ambientato a Volterra agli inizi del Novecento, il Forse che sì forse che no ripercorre i luoghi e le vie della città. Angoli urbani che, come fossero protagonisti dell’opera, animano e interagiscono con i personaggi. Oltre alle Balze, la Badia camaldolese e l’ospedale psichiatrico, anche il museo Guarnacci che, assieme alla descrizione floreale del suo giardino, fu anche citato per le opere che conteneva. Un’urna etrusca, infatti, viene più volte richiamata nella narrazione da Vana e Aldo.
“Un giovine cavaliere cavalcava tutto avvolto nel mantello, con la bocca nascosta dal lembo, pel lungo cammino senza ritorno.”
Fantasticando molto spesso sulla morte, i due fratelli vedono nell’antica formella un modello di discesa negli inferi che appaga il loro morboso e sofferto rapporto con l’esistenza. L’angoscia e il dolore sono rispecchiati dal silenzio e dall’inesorabilità di chi intraprende un viaggio senza ritorno.
Viola Luti
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