Cultura lunedì 24 aprile 2017 ore 14:00
Quando Velathri fu citata da Strabone
Nel XVII libro della Geografia, lo storico greco descrive il territorio della città etrusca soffermandosi sul mare che circonda il colle
VOLTERRA — Volterra da sempre esercita un fascino sulla letteratura italiana. D’Annunzio, Cassola e Manfredi sono, infatti, soltanto alcuni degli scrittori che hanno ambientato i loro romanzi nella città. L’interesse per il colle ha, però, origini lontane. A cavallo tra il I secolo a. e d. C., infatti, l’erudito greco Strabone citò, nel XVII libro della Geografia, l’antica Velathri.
“Il territorio dei Volterrani è circondato dal mare. Il luogo dove la città è fondata è un colle alto e scosceso tutto all’intorno, che s’innalza nel mezzo di una valle profonda, ed ha la cima piatta su cui è piantato il muro della città. La sua altezza è di quindici stadii, tutta scabra e difficile. Ivi si congregarono alcuni Tirreni ed alcuni dei proscritti da Silla; e compostisi in quattro coorti, dopo avere sostenuto un assedio di due anni, finalmente n’uscirono sotto la fede di un trattato.”
Descrizione che, oltre a evidenziare gli aspetti fisici e naturali del territorio si sofferma sulle caratteristiche poetiche del paesaggio preso in esame. Strabone, infatti, coglie il rapporto tra la lontananza del mare e il movimento armonioso delle colline circostanti, elemento a cui, ancora oggi, è legata l’identità del luogo.
Viola Luti
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