Attualità domenica 23 ottobre 2016 ore 16:00
Quando Lucio Dalla cantò Volterra
In una canzone del cantautore italiano viene raccontata la battaglia del 1944 combattuta proprio sul colle della città etrusca
VOLTERRA — La bambina (L'inverno è neve, l'estate è sole) è una canzone tra le meno conosciute di Lucio Dalla, ma non per questo meno profonda e significativa. Si tratta di un racconto sulla crudeltà e sulla violenza della guerra costruito ripercorrendo un episodio drammatico della storia italiana. A far da sfondo alla vicenda, la città etrusca che, diventata terreno di scontro, è trasfigurata dalla distruzione, dalla morte e dalla disperazione dei suoi abitanti. Infatti, come recita la lapide posta accanto alla Porta all’Arco, seppero dimostrare non solo attaccamento alla vita, ma anche ai monumenti e alla storia della loro città: furono i volterrani, lavorando fianco a fianco, a salvare la porta etrusca, riempiendola in tempi velocissimi, di pietre per evitare la sua distruzione.
Attraverso lo sguardo e l’innocenza di una bambina, il cantautore bolognese richiama, la battaglia di Volterra del luglio 1944, combattuta tra gli americani della Quinta Armata e le retroguardie tedesche che cercavano di proteggere la ritirata guidata dal famigerato generale Kesserling fucilatore di civili e distruttore di borghi inermi.
La canzone, del 1973, è contenuta nell’album intitolato “Il giorno aveva cinque teste” e i suoi versi furono scritti dal poeta Roberto Roversi appositamente per Lucio Dalla che ne compose la musica. A ricordare questo lavoro del cantautore è stata installata, in piazza dell’Ortino, la scultura realizzata da Alessandro Marzetti e voluta dal comitato promotore San Luca degli Alabastrai e dall’Amministrazione comunale.
Questo il testo della canzone:
Una colomba
segnata di sangue
vola dal
cuore, cade per terra;
e la ragazza
con i capelli
scuote la
polvere della pietra
Poi
trascinata dalla memoria
corre nei campi di Volterra,
rossi i
covoni e bianco il mare
mentre il
giorno divampa in fuoco
Cala la sera,
guerrieri combattono,
navi ferme
fra grida di guerra,
ma la sua
gola ride a un gabbiano
steso
sull’acqua per riposare
La gente
uccisa, città incendiate:
ricordi
spenti, dimenticati;
splendono
solo i giorni beati
della vita
che dura un mattino
L’inverno è
neve, l’estate è sole
L’inverno è
neve, l’estate è sole
L’inverno è
neve, l’estate è sole
L’inverno è neve,
l’estate è sole
L'inverno è
neve, l'estate è sole
L'inverno è
neve, l'estate è sole
L'inverno è
neve, l'estate è sole
L'inverno è
neve, l'estate è sole
Viola Luti
© Riproduzione riservata
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