Cultura sabato 22 aprile 2017 ore 06:30
Il serpente sacro agli Etruschi
Simbolo della terra e del regno dei morti, il rettile, nella tradizione dell’antico popolo, era legato ai concetti di rinascita e di fertilità
VOLTERRA — Legato alla mitologia e all’immaginario religioso, il serpente attraversa culture di popoli distanti cronologicamente e geograficamente. Associato spesso al concetto di male, nella tradizione etrusca, invece, il rettile era collegato alla terra e all’universo sotterraneo nascosto nelle sue viscere. Connesso, quindi, all’Ade e al regno dei morti era, però, anche simbolo di fertilità e di vita. La muta, infatti, che ogni mese gli provoca la perdita dello strato epidermico superficiale, rappresenta la ciclicità del tempo e l’energia dinamica del futuro, caratteristiche che nell’iconografia si sono tradotte come emblema di rinascita. Per questi motivi, i Rasenna raffiguravano l’ofide dipinto sulle pareti e scolpito sulla roccia con valore apotropaico e benaugurale.
Viola Luti
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