Una vigilia pasquale di violenze
di Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi - venerdì 15 aprile 2022 ore 17:00
A Gerusalemme la Spianata delle Moschee o Monte del Tempio, sacro all'islam e alla tradizione ebraica, si è infiammato nel Venerdì di preghiera. Nel luogo simbolo della città, e delle sue divisioni, sono divampati duri scontri tra polizia israeliana e giovani palestinesi. Immagini già viste. Una storia che si ripete ciclicamente. Al costo di centinaia di feriti ed arresti. La battaglia è andata avanti per 6 lunghissime ore, lasciando evidenti segni di devastazione. Dopo che da giorni il clima in Israele è nuovamente piombato nella spirale del terrore. Attentati terroristici nelle strade delle principali città israeliane. Si spara da Jenin a Nablus. Paura e sangue nel tormentato Medioriente. Durante quelli che teoricamente dovrebbero essere giorni di festa per le tre religioni monoteistiche, con la coincidenza “astrale” di Ramadan-Pesach-Pasqua.
Il primo ministro israeliano Naftali Bennett ha convocato una riunione del gabinetto d'emergenza. Sul fronte palestinese i movimenti fondamentalisti islamici Hamas e Jihad gettano benzina sul fuoco, incitando alla rivolta. Condanna per l'ingresso dei militari nel sito sacro di Gerusalemme è stata espressa anche dal presidente Abu Mazen. A cui si sono aggiunte quelle dei partiti arabi israeliani. Il leader Mansour Abbas, che appoggia esternamente il primo esecutivo della storia recente senza Netanyahu, ha avvisato di possibili ripercussioni sugli assetti della coalizione, minaccia non velata ad una imminente crisi. Mentre, il governo Bennett è appeso al filo di una risicata e fragile maggioranza.
A far piombare Israele nel caos politico una catena di episodi, immotivati. E una comune radice, quella piccola porzione rettangolare di terra, a nord delle mura della città Vecchia e con affaccio sul Monte degli Ulivi, spesso epicentro di forti tensioni del conflitto israelopalestinese. Dalla fine della guerra dei Sei Giorni nel 1967 è consentito ad ebrei e cristiani di visitare la Spianata, ma è vietato pregare. L'attuale status prevede che Israele abbia la gestione del controllo della sicurezza, e alla fondazione islamica Waqf di amministrare le attività religiose al suo interno.
Chi non riconosce l'accordo sono in particolare alcune organizzazioni dell'estrema destra israeliana, che in questi anni hanno portato a segno più di una provocazione. L'ultima, che non hanno potuto attuare perché fermati ed arrestati dalla polizia, prevedeva di svolgere il sacrificio dell'agnello di Pesach nella Spianata. L'iniziativa era stata lanciata sui social dal gruppo Chozrim LaHar (Ritorno al Tempio del Monte), che nel promuovere l'evento si era fatto carico di eventuali spese giudiziarie, un risarcimento aggiuntivo in caso di arresto nel tentativo di introdurre l'animale sacrificale e un bonus di tremila dollari se si fosse riusciti a completare il rito. La notizia ha portato migliaia di ragazzi palestinesi a trascorrere la notte di Giovedì nella Spianata per “proteggerne” l'inviolabilità. Con il sorgere del sole alla stanchezza ha prevalso la brutalità.
Alfredo De Girolamo e Enrico Catassi