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martedì 12 novembre 2024

PENSIERI DELLA DOMENICA — il Blog di Libero Venturi

Libero Venturi

Libero Venturi è un pensionato del pubblico impiego, con trascorsi istituzionali, che non ha trovato niente di meglio che mettersi a scrivere anche lui, infoltendo la fitta schiera degli scrittori -o sedicenti tali- a scapito di quella, sparuta, dei lettori. Toscano, valderopiteco e pontederese, cerca in qualche modo, anche se inutilmente, di ingannare il cazzo di tempo che sembra non passare mai, ma alla fine manca, nonché la vita, gli altri e, in fondo, anche se stesso.

DIZIONARIO MINIMO: Ragionamento circolare

di Libero Venturi - domenica 26 novembre 2017 ore 08:30

Finalmente una buona notizia: dal metallo di un asteroide caduto sulla Terra solo qualche milione di anni fa, potrebbe arrivare la cura contro il cancro. Infatti, secondo gli studiosi delle Università di Warwick in Inghilterra e di Sun Yat-sen in Cina, le cellule tumorali possono essere combattute grazie ad un metallo dell'asteroide killer che provocò l’estinzione dei dinosauri.Gli scienziati hanno stabilito che l'elemento chimico iridio, che si trovava nelle rocce del meteorite, è efficace nella lotta contro il cancro. Dispiace per i poveri dinosauri che chissà perché piacciono a tutti i bambini del mondo, oltre che a Spielberg per Jurassik Park, ma, come si dice, mors tua, vita mea. Sarebbe stato peggio se il meteorite fosse caduto quando comparve l’homo habilis, seguito dall’erectus, dal sapiens per finire all’homo homini lupus e magari fossero scomparsi i progenitori della razza umana. I dinosauri, grandi, grossi e coglioni con quel ridicolo cervellino, che se ne facevano dell’iridio? Come dare perle ai porci, con buona pace degli animalisti. Comunque secondo Biswa Sarma, Ministro della Salute dello Stato di Assam in India, “le persone affette da malattie potenzialmente letali come il cancro pagano i peccati commessi in passato, compresi quelli dei genitori e antenati”. Una clamorosa scoperta, poveri noi peccatori! Dunque il sacrificio dei dinosauri è stato inutile. E a questo punto siamo proprio sicuri che eravamo noi la razza più evoluta?

A proposito di erectus e di habilis, per le sue défaillance erettili e le sue amnesie ci sono due pasticche: una blu per il sesso e una verde per la memoria. Non vanno prese insieme, ma a giorni alterni, se lo ricorda? E già qui andiamo male, dottore. Non capisco questa cosa dell’alternanza. Il giorno che prendo la pasticcca blu sto lì con i miei attributi in tiro, ma non ricordo bene per che cosa. Il giorno della memoria, dopo la pasticca verde invece me lo ricordo, ma resto con quel coso pendulo e svogliato...Tra l’altro nemmeno bello a vedersi. Dovrebbero pensare a un reggipalle a balconcino con effetto push up, come per il reggiseno Bra delle donne. È una barzelletta, ma mica tanto.

Che poi il giorno della memoria sarebbe ben altro, ora che ci penso. Ci vorrebbe una pillola anche per la memoria storica antifascista da distribuire alla società incivile. Due pillole, se proprio vogliamo dirla tutta: una nera, obbligatoria come il vaccino, contro i rigurgiti neofascisti e una rossa antidepressiva, per noi affetti dalla perdita del comunismo. Ma il mondo non può andare avanti a pasticche. Troppe ce ne vorrebbero. Bianca per i disturbi dell’orientamento dei centristi, rosa rinvigorente per i socialisti, grigia con anticorpi per i populisti. La grigia due, ogni dodici ore. E poi una con effetto catalitico e ricostituente per la sinistra e un’altra restringente per la destra. No, le pasticche vanno bene solo per noi anziani, per allungarci la speranza di vita e l’età pensionabile. Magari ce ne vorrebbe una anche per la crescita della pensione, a mano a mano che gli anni passano. E chissà che pasticche ci vorrebbero per la speranza di futuro dei giovani.

E a mano a mano mi perdi e ti perdo e quello che è stato mi sembra più assurdo. È una canzone di Cocciante, bella, ma cantata da Rino Gaetano è più bella. Più ritmata, meno sdolcinata e retorica. Non meno graffiante, nonostante il finale di speranza: dammi la mano e torna vicino, può nascere un fiore nel nostro giardino, che neanche l’inverno potrà mai gelare. Ricorda un po’ una poesia di T.S. Eliot che tempo fa veniva letta agli sposi nei matrimoni civili: l’irritabile vento dell’inverno non potrà gelare, il rude sole del tropico non potrà mai disseccare le rose, nel giardino di rose che è nostro e nostro soltanto. Ma questa dedica è scritta perché altri la leggano: sono parole private che io ti dedico in pubblico. S’intitola, non a caso, “Una dedica a mia moglie”. Ma sembra che Eliot non abbia trattato proprio bene la sua prima moglie, internata in manicomio, così come il pedagogista Rousseau non fu un buon educatore dei suoi numerosi figli, affidati alla pubblica carità. Gli intellettuali, che brave persone! Può nascere un fiore da questo mio amore per te. I fiori nascono persino dai rifiuti e pure sulla merda, ma appassiscono anche. Forse bisognerebbe lasciarsi e perdersi senza cattiveria. Perché anche il più sanguinante dei cuori può essere guarito.

Magari, si potesse guarire la sanguinante povertà, ormai endemica, e ci fosse una cura per la ricchezza ipertrofica! Si dice: ho una miseria, scianguino. “Ricchi e poveri”, le disuguaglianze a cui ci stiamo abituando. C’è anche una trasmissione alla tivvù. Si può eliminare la povertà senza eliminare la ricchezza? E in ogni caso ci sono le risorse per farlo? La Terra può soddisfare i bisogni dei poveri e l’agio, non dico la cupidigia, dei ricchi? Forse un’economia etica e circolare può farlo, ma occorre un di più di stato e di governo del mondo e bisogna intanto far circolare il ragionamento. Un ragionamento circolare. E, a proposito di “Ricchi e poveri”, non potevano coesistere la bruna dalla voce acuta e la bionda dall’intonazione calda dell’omonimo complesso canoro di qualche anno fa? Come mai un giorno la bionda sparì come i Jalisse? E “I ricchi e poveri” di quattro che erano -due donne e altrettanti uomini- rimasero in tre: un ricco o una ricca e due poveri, probabilmente, stante la statistica. Perché “Chi l’ha visto” non se n’è occupato? Intanto la politica che fa? Sta a guardare. E per il popolo mai una sicurezza, una gioia, una buona notizia.

Libero Venturi

Pontedera, 26 Novembre 2017

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Che anche il più sanguinante dei cuori può essere guarito lo dicono nel film “Dead Man Down, Il sapore della vendetta” di Niels Arden Oplev con Colin Farrell e Noomi Rapace. La notizia relativa all’iridio è su Focus.it, 8 Novembre 2017 e la clamorosa scoperta del cancro dei peccatori su La Repubblica, 24 Novembre 2017.

Libero Venturi

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