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martedì 19 marzo 2024

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

​Il tempo

di Federica Giusti - venerdì 16 aprile 2021 ore 07:30

“Il tempo non va misurato in ore e minuti, ma in trasformazioni”.

Questo è quanto afferma Fabrizio Caramagna e io mi trovo molto d’accordo con lui. Lo scorrere del tempo dipende dai cambiamenti che avvengono al suo interno.

Ecco che in questo momento storico, sopratutto in Toscana, sembra che il tempo non passi mai. Solita routine, solite limitazioni, da ormai non sappiamo più nemmeno quando. E solite tiepide speranze di un futuro migliore, con il passaggio in arancione, almeno nella provincia pisana.

Una delle cose che più spesso mi vengono riportate in terapia è l’idea che il Covid, da più di un anno ormai, si stia portando via le nostre vite, il nostro tempo appunto, che non torna più, anzi, ci scorre inesorabile tra le dita.

Gli antichi greci avevano diversi modi di chiamare il tempo, e una delle distinzioni era tra quello tra Kronos e Kairos. Il primo rappresentava la natura quantitativa del tempo, il suo scorrere materiale potremmo dire, mentre Kairos rappresentava l’aspetto qualitativo, quello che ogni individuo ha come percezione del suo proprio scorrere del tempo. Osservare il mondo attraverso la lente di Kronos ci fa vedere tutto come appiattito, monodimensionale, privo di novità. Kairos invece può diventare una lente in grado di dare uno spessore, un’altra dimensione alle nostre esperienze. È con lui che la nostra quotidianità acquista un senso in base a come noi la stiamo vivendo.

Perché vi parlo di questo? Perché sono fermamente convinta che nessuno possa rubarci la qualità del nostro tempo. Forse non potrà sempre essere come la vorremmo, ma è nostra e siamo noi ad imprimerle il colore, la forma, la dimensione, il senso appunto.

Dobbiamo solo sdoganarci un po' dall’idea buono-cattivo. Poter decidere sulla qualità del nostro tempo, non equivale a non avere mai momenti bui, di dolore, di sofferenza. Significa, piuttosto, riuscire a concederseli, a regalarseli perché forse ne abbiamo bisogno. Il nostro dolore ha bisogno di parole e le parole hanno bisogno di tempo.

Anche questa settimana voglio lasciarvi con un semplice esercizio: prendete un foglio e dividetelo a metà. Denominate una colonna Kronos e l’altra Kairos, e provate a scrivere come avete trascorso una delle vostre giornate tipo. Se Kronos la fa da padrone, provate il giorno dopo a cambiare stile. Provate ad essere voi a decidere quale senso dare al vostro vissuto.

E fatemi sapere!

Federica Giusti

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